La nostra estate

Vacanze più brevi, per chi partirà si prospettano meno di dieci notti fuori casa, e mete casalinghe, di “prossimità”. È questa la fotografia dell’estate influenzata dal coronavirus. C’è chi dovrà lavorare e chi dovrà fare i conti con la crisi economica successiva alla chiusura per Covid-19. Chi partirà resterà per lo più in Italia.

 di Mariarosaria Petti

 È un’estate diversa quella del 2020. Il Covid-19 ha segnato i nostri stili e le nostre abitudini, modificandole fortemente. In molti sceglieranno di restare a casa. In tanti casi la crisi economica scaturita da quella sanitaria sta segnando famiglie e attività produttive in maniera molto seria. Altrettanti sceglieranno di partire. Si tratterà di valige più leggere, preparate per pochi giorni e per mete vicine. Le statistiche mostrano che le coste e le montagne italiane saranno preferite a quelle estere.

Ne abbiamo parlato con Gianluca Propoli, consulente turistico, attualmente alla direzione vendite e marketing della catena alberghiera Italian Hotel Group. Inevitabilmente il caos generato dalla pandemia si è ripercosso sia dal punto di vista organizzativo che nelle scelte delle vacanze sul comparto turistico. Con il passare delle settimane, grazie all’allentamento delle misure di contenimento e a una curva dei contagi in discesa, qualcosa si sta muovendo e qualche spiraglio si è aperto. «Quest’estate – afferma Propoli – gli italiani sono per il “turismo di prossimità”: la ricerca al momento è mirata a piccoli hotel o villaggi turistici non troppo distanti dalla propria residenza e che possano garantire alti standard a livello di procedure di igienizzazione e distanziamento sociale».

 Quali sono le mete più gettonate?

Calabria, Puglia e Campania sono le preferite, ma anche la costa Toscana, la Sicilia e la Sardegna o località di montagna, come ad esempio il Trentino, non sono disdegnate.

Gli italiani andranno all’estero?

Le limitazioni dal punto di vista di voli e di strutture ricettive ancora chiuse, in alcune località del medio e lungo raggio, fanno registrare forti rallentamenti nelle prenotazioni. Tuttavia c’è chi vorrebbe andare in vacanza verso mete quali Tenerife, Grecia, Maldive, Mauritius, Dubai.

Quali luoghi meno conosciuti, ma forse più sicuri, può consigliare ai nostri lettori?

Anziché più sicuri, parlerei di luoghi dove vengono garantite le corrette procedure per una vacanza sicura. Suggerisco di scegliere la nostra bella Italia: la costa Toscana con un bel mare ma anche base di partenza per visitare le bellezze della regione, come alcuni bellissimi borghi tra cui Guardistallo, Montescudaio, San Gimignano, oltre a città d’arte come Pisa, Lucca, Firenze, Siena.

Quanto crede che perderà in termini economici il comparto turistico?

Tra flussi diretti e indotto incide per oltre il 13% del PIL. La filiera intera potrebbe arrivare a perdere ricavi, nel biennio 2020/2021, tra i 29 e i 64 miliardi di euro, con contrazioni significative nel settore alberghiero e delle agenzie di viaggio.

 Gli accorgimenti che hanno adottato stabilimenti balneari e hotel sono economicamente sostenibili?

Si tratta di una spesa che ha impattato non poco sulla gestione operativa dei costi, tant’è vero che alcune strutture alberghiere – soprattutto di fascia alta e che basavano, per oltre il 70%, la loro stagione estiva su clientela straniera proveniente da USA, Giappone, Cina – hanno preferito, in mancanza di significative prenotazioni, non aprire per evitare di non poter garantire i consueti standard qualitativi che la clientela si aspetta da loro. Molti altri, invece, hanno deciso di investire ugualmente nella riapertura per dare un segnale di positività e di ripartenza.

Rispettando le misure di sicurezza e utilizzando il buon senso, anche quest’anno, gli italiani troveranno il tanto agognato ristoro.

 

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