L’ingresso di don Francesco a Madonna di Fatima

Don Francesco Amarante, amministratore parrocchiale della comunità Madonna di Fatima in Pagani, ha fatto il suo ingresso giovedì 18 febbraio accompagnato dal Vescovo
Don Francesco Amarante durante il saluto alla Santa Messa per l’inizio del ministero pastorale nella parrocchia di Madonna di Fatima in Pagani

L’ingresso di don Francesco a Madonna di Fatima a Pagani è stato caratterizzato dalla gioia e dalla gratitudine. Il nuovo amministratore parrocchiale della comunità paganese è stato accompagnato, giovedì 18 febbraio, da mons. Giuseppe Giudice.
Il Vescovo ha voluto presenziare alla presa di possesso di don Francesco Amarante che, nel saluto finale, lo ha ringraziato per la fiducia riposta. «Un grazie particolare al mio e vostro vescovo Giuseppe, Padre e Pastore di questa Amata Chiesa che è in Nocera Inferiore-Sarno, per la fiducia e l’affetto che da sempre ha avuto ed ha verso di me suo figlio, per il sostegno, la cura e l’incoraggiamento che mi dimostra in ogni momento», ha detto il giovane sacerdote. Don Francesco ha anche detto grazie alla sua famiglia «per la vita e l’esempio con cui mi hanno formato come persona», con un pensiero a chi lo accompagna dal Paradiso.

I predecessori

Nel salutare la comunità il nuovo amministratore parrocchiale ha avuto un pensiero per i suoi confratelli, in particolare per don Antonio Guarracino, che «mi ha preso per mano e mi ha introdotto nella storia di questa comunità; mi perdonerete ma non posso non ricordare e salutare con un cordiale abbraccio in Cristo il nostro caro padre Paolo Saturno che si può dire insieme al mio parroco don Gerardo mi ha accompagnato lungo il cammino di vocazione verso il sacerdozio». Don Francesco ha poi citato tutte le comunità che in questi anni lo hanno visto impegnato pastoralmente: Santa Maria delle Grazie in Pagani, Santa Maria del Carmine in Pagani, San Biagio in san Marzano sul Sarno, San Francesco di Paola in Pagani, Sant’Antonio di Padova in Orta Loreto.

Parrocchia Madonna di Fatima in Pagani

I primi passi

«Sento di entrare in questa Comunità Parrocchiale in punta di piedi, chiedendo permesso, con la stessa delicatezza con cui il Signore sta accompagnando il mio desiderio di lasciarmi nuovamente toccare dall’incontro con Lui. Attendo di incontrarlo nei vostri volti, sguardi, e nelle storie che incrocerò e ascolterò. Vorrei iniziare ad entrare nelle vostre case, nei vostri cuori, in questi giorni, mesi per visitare le persone ammalate, anziane, che sostengono la Parrocchia con la preghiera e con l’affetto; poter incontrare le famiglie lungo queste strade, per camminare insieme e
testimoniarvi l’amore di un Dio che è vicino a ognuno di noi e che non ci abbandona mai, soprattutto in questo tempo di pandemia; soffermarmi a parlare con i giovani, i nostri giovani, i vostri figli che sono il futuro, e a loro vorrei far comprendere che Dio stasera ci meraviglia e dice a me, a te, a ciascuno di noi: “Tu sei una meraviglia”».

Gioire e condividere

«Una comunità che sa gioire e condividere, una comunità che sa commuoversi e meravigliarsi davanti alle opere di Dio che si realizzano nel quotidiano, una comunità che sa amare e perdonare, una comunità della compassione, che sa patire con, soffrire con, che sa ascoltare e accompagnare, che conosce la fatica perché entra nelle case.
Carissimi, mi appresto a condividere con voi un tratto importante del mio cammino sacerdotale. Con gioia e timore, rispondendo alla chiamata di Gesù, ho accettato la proposta di essere vostro amministratore e, con la preghiera soprattutto alla Vergine Maria, venerata qui col dolce nome di Nostra Signora di Fatima, mi sono preparato ad assumere questa missione».

Prendiamoci per mano

«Allora prendiamoci per mano, iniziamo a camminare per andare incontro al Signore, autore
della nostra vita, perché possiamo riconoscerlo attraverso l’ascolto della Parola, perché è ciò che ci fa diventare veri discepoli e testimoni credibili; nel celebrare e spezzare il Pane Eucaristico. Vorrei che l’Eucaristia fosse il nostro tesoro più grande che esprime il nostro essere uno in Cristo, un solo amore, un solo spirito, mette tutti noi appunto in “comunione”, comunione con il Vescovo; comunione con la Forania; comunione con il fratello, con tutti i fratelli, senza distinzioni».

In cammino

Don Francesco Amarante e il Vescovo

«Allora…coraggio, alzati mettiti con me in cammino! In cammino, per moltiplicare con larghezza i gesti di misericordia, poiché la misericordia ci illuminerà. In cammino, per donare fino a restare a mani vuote, poiché la vita di nuovo le riempirà. In cammino, per imparare a credere nel potere di moltiplicazione che il dono detiene, poiché vedremo manifestarsi molte volte il miracolo dell’amore. In cammino, per non sottrarci all’incontro con i poveri, poiché con i poveri impareremo cose che ignoravamo sulla speranza. In cammino, per non barricarci nel condominio dell’indifferenza, poiché scopriremo che è nello spazio aperto della vita solidale che accade il domani. In cammino, per vivere la compassione, poiché vedremo cadere a terra tanti pregiudizi. In cammino, con mitezza per rompere il muro delle certezze implacabili, poiché sperimenteremo dentro di noi che sono altre le vie della consolazione. In cammino, per provare vera fame e vera sete di giustizia: non mancheremo di essere saziati. In cammino, per riconoscere il valore di uno sguardo puro, poiché nel buio sapremo scorgere una luce. In cammino, faticando giorno dopo giorno per la pace: questo è prendersi cura della bellezza della vita».

Un percorso che don Francesco Amarante ha affidato alla protezione e all’intercessione della Madonna di Fatima, di sant’Alfonso Maria de Liguori, di sant’Antonio e del beato Tommaso Maria Fusco.

Nell’omelia, tra l’altro, il Vescovo ha raccomandato a don Francesco: «La Chiesa non deve mai dimenticarsi degli ammalati, che fungono da tabernacoli familiari. La parrocchia deve essere in piena armonia con la Chiesa diocesana, altrimenti sarà come un tralcio staccato dalla vite che dopo poco muore».

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