In Burkina Faso con don Andrea Annunziata, giorno 2. Il parroco di San Giovanni Battista in Nocera Inferiore, dopo aver raccontato come è nato il viaggio missionario, e il volo di andata, si sofferma sull’arrivo in Africa.
Andare in Africa non è mai cosa semplice, tanti controlli, tanti voli, tante procedure che normalmente non facciamo, soprattutto in tempo di Covid. Se poi nelle valigie hai attrezzi da lavoro, trapani, pompe, cacciaviti, per non dire salumi, formaggi e medicine (tutte cose teoricamente poco consentite) allora anche i controlli allo sbarco diventano una impresa… emozionante!
L’arrivo in Burkina Faso
Uscire dall’aereo vestiti in modo invernale e ritrovarsi d’un tratto con 30 gradi è allo stesso tempo divertente e strano, ma sicuramente tutto è ripagato dall’incontro che si fa appena si esce dall’aeroporto: gli amici che sono venuti a prenderti.
Suor Caterina Paladino e Paul ci aspettano appena dopo il varco dell’aeroporto di Ouagadougoue subito sparisce la stanchezza del lungo viaggio. Suor Caterina è una consacrata della Fraternità di Emmaus che insieme ad altre consacrate custodisce e guida l’Oasi di Koupela e un po’ tutte le attività della fraternità in Burkina Faso.
È lei che ci accoglie ogni volta e, quasi come una madre, ha cura di noi per tutto il tempo della permanenza in Burkina Faso. Grazie! Il Signore continui ad ascoltare sempre le tue preghiere!
Da buoni campani cena in pizzeria. Si anche qui c’è la pizzeria e non potevamo che approfittarne finché siamo in capitale. Poi la stanchezza si fa sentire di nuovo e ci spostiamo per andare a dormire, domani ci aspetta una lunga giornata.
Padre Flavio e padre Antonio
È giorno. Il gruppo si divide. Alcuni vanno alla costruenda Cittadella nel comune di Saaba (un luogo più vicino alla capitale, dove il Progetto Famiglia – Cooperazione sta mettendo in piedi una nuova realtà) e io e le ragazze andiamo a trovare degli amici che alcuni di voi sicuramente conoscono.
Andiamo da padre Flavio Paoli e padre Antonio Andreella, pavoniani, che negli anni addietro sono stati anche nella comunità di Sant’Alfredo a Sarno. Qui gestiscono una scuola per bimbi sordomuti. Inutile dire quanto bene fanno per questi bimbi, che altrimenti difficilmente avrebbero la possibilità di inserirsi a testa alta nella società. Ci offrono il pranzo e noi ricambiamo con una caramella per tutti.
Dopo pranzo incontriamo un’altra amica che la mia comunità di Cicalesi già conosce: Landryne. Quest’anno abbiamo accettato di sostenere il suo percorso di studi universitari e ci tenevo a conoscerla di persona, così che la nostra amicizia possa crescere nel tempo. Un grazie alla mia comunità parrocchiale e ad una famiglia in particolare, che si è presa l’onere di sostenerla in modo speciale.
Approfittiamo di essere in capitale per fare un po’ di provvista, un po’ per strada, un po’ al mercato un po’ al supermercato. Siamo tanti e staremo 15 giorni.
Verso Koupela
Poi visita al cantiere della Cittadella e tre ore di viaggio per andare a Koupela, la cittadina dove c’è l’Oasi Santa Teresa, nostra “casa” qui in Burkina Faso. Sì, grazie all’intuizione lungimirante di don Silvio Longobardi che già nel 2007 volle la costruzione dell’Oasi, oggi anche noi possiamo godere di questa bellissima struttura che nei prossimi giorni vi farò conoscere meglio. Una cosa alla volta!
È sera qui a Koupela e all’improvviso ci chiamano. I giovani del centro hanno organizzato una festa di accoglienza, tutta per noi! Anche qui trovo un piccolo segno lasciato da amici. La grande struttura che accoglie la festa è stata costruita con il contributo di don Domenico La Guardia, storico parroco di Lavorate di Sarno e successivamente ristrutturata da un gruppo di amici di San Marzano sul Sarno. Fare festa e ascoltare le parole che ci vengono rivolte e i balli e le danze fatte in nostro onore riempiono il cuore.
Don Andrea