In Burkina Faso con don Andrea Annunziata è al decimo giorno di viaggio missionario. Il sacerdote racconta, con il supporto di tante foto, la visita ad un villaggio dove diversi anni fa ha contribuito alla realizzazione di un pozzo. È stata una grande festa.
Oggi è un giorno speciale. Finalmente è in programma la visita al villaggio di Pendaoghen (ovviamente prendete per buono il mio modo di scrivere i nomi). Questo villaggio mi è particolarmente caro perché custodisce uno dei primi pozzi che ho inaugurato. Ero parroco di San Sisto II a Pagani.
E da quell’anno, ogni volta che vengo a Koupela, cerco di far visita a questo villaggio. Lo stesso pozzo smise di funzionare per dei problemi ai tubi e alla pompa, lo ristrutturammo alcuni anni fa con il progetto del gruppo missionario di San Giovanni Battista in Cicalesi di Nocera Inferiore. Ormai mi riconoscono e ogni volta è una festa, quest’anno non poteva essere diversamente.
Partiamo e prima sosta inaspettata: tutti i bambini della scuola ci aspettano sulla strada! Per fortuna che viaggiamo sempre carichi di caramelle e questa volta anche di un pallone. Dopo i saluti di rito, qualche canto che ci hanno dedicato i ragazzi e la classica distribuzione di caramelle a tutti, ci siamo rimessi in viaggio.
Che accoglienza!
Ad accoglierci al villaggio c’erano tanti bambini che non erano andati a scuola e tante famiglie. Ci ha accolto l’orchestra delle feste in abito tradizionale, instancabile nella musica e nelle danze, ci hanno accompagnato dalla macchina al luogo dove avevano preparato per l’incontro.
Acqua dell’accoglienza di rito, saluti di benvenuto. Scuse da parte del delegato perché il capo villaggio non è potuto venire (è molto anziano) e saluti e ringraziamenti da parte nostra. È sempre una emozione grande partecipare a queste cerimonie.
Non sono tanto le parole che fanno la differenza, quanto quello che c’è dietro, quello che scorgi dagli occhi delle persone che ti circondano. Difficile da spiegare. Le foto di oggi parlano da sole.
La Messa in francese
Nel pomeriggio un’altra esperienza particolare, ho presieduto per la prima volta la messa in francese. Escluso il Vangelo e la predica, il resto tutto in francese. Mi hanno dato un buon voto, la mia “r” francese, che in italiano mi crea tanti problemi, qui è diventata un vantaggio.
Don Andrea