Libri, arte e spiritualità nel solco di Dante

Il 10 aprile alle ore 10.00 webinar promosso da Insieme con la partecipazione degli studenti del liceo “Vico” di Nocera Inferiore

Libri, arte e spiritualità nel solco di Dante Alighieri. Nell’ambito delle celebrazioni per il VII Centenario della morte del Sommo Poeta, il mensile diocesano Insieme promuove un incontro online con la partecipazione degli studenti del liceo “G.B. Vico” di Nocera Inferiore.

“Cantore della luce eterna – Incontro sulla figura di Dante nel VII Centenario della morte” è il tema del webinar che si terrà sabato 10 aprile dalle ore 10.00 alle ore 11.00 sui canali Facebook e Youtube del Mensile Insieme e sul sito www.insiemenews.it.

Libri, arte e spiritualità nel solco di Dante. La locandina del webinar

Interverranno: padre Vincenzo Calabrese, docente di Liturgia e Sacramentaria dell’ISSR di Salerno, sulla Lettera di papa Francesco in occasione del centenario e sul fondo del dantista “Mellone” presso la biblioteca di Santa Maria degli Angeli in Nocera Superiore; Salvatore Alfano, direttore del Museo diocesano “San Prisco”, sull’arte ispirata dal Sommo Poeta; Carlo Avvisati, giornalista de Il Mattino e autore della traduzione in napoletano della Vita Nuova per Francesco D’Amato editore, che parlerà del suo ultimo lavoro letterario.
L’incontro sarà moderato dal direttore di Insieme Salvatore D’Angelo.

Il libro

Dante non è mai stato a Napoli, anche se in un passo della sua Commedia vi accenna in riferimento al luogo di sepoltura di Virgilio. Tuttavia, entra a far parte della letteratura napoletana con l’inedita traduzione de ‘A vita nova realizzata da Carlo Avvisati.

«Dint’ a cchella parte d’‘o libbro d’‘e ricorde mieie, ca primma ’e tanno poco se putarria lèggere, ce sta nu nomme ’e libbro screvuto cu gnosta rossa ca dice: «’A cca accummincia cchesta Vita Nova». Sotto a chisto nomme stanno signate ’e pparole ca tengo ntenzione ’e mettere dinto a stu libbretiello; e si nun tutte, ammacaro ’o ccuntenuto lloro», recita il primo brevissimo capitolo del “libello”, come Dante stesso lo definisce, in cui si enuncia il tema dell’opera e il proposito di voler narrare gli eventi della sua gioventù registrati nel “libro della memoria”, rigorosamente in lingua napoletana questa volta.

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