Un anno fa ci lasciava don Nello Nappo. Il giovane sacerdote di Nocera Inferiore partiva per la casa del Padre dopo un lungo periodo di ricovero. La notizia giunse l’11 aprile, il giorno del Sabato Santo, in piena prima ondata pandemica da Covid-19.
Don Nello si trovava all’istituto “Maugeri” di Telese Terme. Aveva compiuto 31 anni il 6 aprile, fu ordinato presbitero da papa Francesco il 7 maggio 2017. Ha guidato la comunità di San Francesco di Paola di Pagani fino all’estate del 2019, quando sono cominciati i problemi di salute.
L’ultimo saluto
In occasione della benedizione del feretro, al cimitero di Nocera Inferiore, poiché non si potevano celebrare i funerali, il vescovo mons. Giuseppe Giudice disse: « Nel mistero del Sabato Santo, mentre noi stavamo celebrando la liturgia del silenzio, il Signore lo ha preso con sé per fargli celebrare la sua Pasqua. Diciamo ad Aniello che accanto al cuore di Dio continui ad intercedere per ognuno di noi. Tre mamme oggi si incontrano per accogliere Nello. C’è la mamma che è la Chiesa, c’è la mamma che è la Madonna, e Nello ha incontrato anche la mamma della terra».
Il ricordo del Papa
Anche papa Francesco ha ricordato don Nello Nappo. Il Santo Padre ha scritto una lettera a mons. Giuseppe Giudice per esprimere vicinanza in seguito alla morte del giovane sacerdote di Nocera Inferiore. La nota era firmata dall’arcivescovo Edgar Peña Parra, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato.
Rivolto al Vescovo di Nocera Inferiore-Sarno, mons. Peña Parra scrisse: «Il Santo Padre ha appreso la grande sofferenza e il senso di smarrimento che sta vivendo Lei, il presbiterio e l’intera Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno per la prematura scomparsa di don Aniello Nappo, giovane sacerdote da Lui ordinato nel 2017. Il vostro dolore suscita nell’animo del Papa sentimenti di profonda partecipazione e di sentita vicinanza. Pertanto, Egli, per mio tramite, vi assicura la Sua preghiera affinché il Signore dia la forza di portare questa croce pesante».
Il Pontefice, rivolto al papà Sabato e ai fratelli Diego e Maria Rosaria, aggiunse: «Consapevole di quanto siano inadeguate le umane parole a sollevare cuori tanto provati, Sua Santità desidera inviare, specialmente ai familiari del compianto presbitero, il dono consolante di una carezza spirituale. Al tempo stesso, esorta alla speranza cristiana: con la morte la vita non è tolta ma trasformata».
«Don Aniello – continuava la lettera inviata dalla Segreteria di Stato – è ora tra le braccia amorevoli di Gesù e contempla faccia a faccia il volto buono e tenero del Padre celeste, che ha amato e fatto amare mediante il ministero sacerdotale».
Sa. D’An.