La pandemia ha acuito le incertezze sul futuro, in modo particolare per i giovani. Ma le nuove generazioni sanno ancora coniugare il verbo sperare. Il focus di Insieme di giugno.
Niente di solido sotto i piedi e la sensazione di andare verso un precipizio. Anzi, di affondare nella mancanza di sicurezza, senza alcun aiuto in vista. E la pandemia è riuscita solo a peggiorare un quadro già complicato: è quanto emerso da una ricerca condotta, qualche mese fa, dal Financial Times all’interno di un progetto dedicato alle nuove generazioni.
I giovani intervistati hanno espresso un disagio reale, spesso ignorato, che supera la crisi sanitaria e assume, in molti casi, una dimensione esistenziale. Giovani che lavorano, studiano, vanno all’università e cercano lavoro. Fanno, insomma, tutto ciò che occorre fare. Stanno ai patti. Ma nonostante ciò il resto del mondo sembra non onorare gli impegni. Le carriere sono bloccate, i prezzi troppo alti impediscono la costruzione di una stabilità e nei momenti più difficili sono i primi a pagare il prezzo in termini di incertezza e di assenza di prospettive.
Ma le nuove generazioni sanno ancora coniugare il verbo sperare e riescono a custodire, con qualche “correzione in corso d’opera”, la bellezza dei propri sogni.
Le esperienze
Alfonso Fortino ha avuto fin da bambino una passione per lo sport che lo ha portato a giocare con la Nocerina Calcio. Impegnato nella comunità parrocchiale San Giovanni Battista di Cicalesi, sta per affrontare la maturità scientifica.
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