Dove sei Pagani? Don Luigi Ciotti scuote la città e l’Agro

Il fondatore di Libera ieri è intervenuto alle celebrazioni nel 41° anniversario dell’assassinio del sindaco Marcello Torre. Il sacerdote ha chiesto di stare attenti alla “normalizzazione” del male
Don Luigi Ciotti, Annamaria Torre e Roberto Fico

Dove sei Pagani? È la domanda di don Luigi Ciotti risuonata ieri mattina nel corso delle celebrazioni per ricordare il sacrificio di Marcello Torre, sindaco ucciso dalla camorra l’11 dicembre del 1980. Il fondatore di Libera l’ha scandita nell’omelia della Messa che ha aperto l’intenso programma di iniziative, tra cui l’incontro con il presidente della Camera Roberto Fico e, nel pomeriggio, il conferimento del Premio per l’Impegno civile al giornalista Corrado Formigli. Una giornata promossa dall’associazione dedicata al sindaco gentile e dal presidio cittadino di Libera.

La Messa

Durante la Messa officiata nella chiesa di San Sisto II e concelebrata con il parroco don Giuseppe Pironti, don Ciotti ha richiamato anche all’accoglienza, alla libertà, al bene comune.
«Dio vive sulla terra, in mezzo a noi, non solo nei ncieli, vuole essere incontrato e accolto qui. Dio vive nelle case dove c’è dolore, fatica, sofferenza. Dio va cercato qui, nella parrocchia, nella nostra città. Dio è dentro le fatiche, le speranze, le gioie e le sofferenze delle persone. Abbiamo bisogno di accoglienza e più umanità, solo così si ritrovano i saperi e i sapori nella nostra vita», ha detto il sacerdote.

Poi ha analizzato: «Non possiamo dire che non conosciamo la presenza della camorra. È sotto gli occhi di tutti, ma sono occhi distratti, rassegnati, persino complici. I silenzi complici sono la non partecipazione. Dove sei Pagani oggi? Dov’è? È un problema del nostro Paese. Qualcosa non funziona nonostante la generosità, il coraggio e l’impegno delle istituzioni».

Marcello Torre

L’esempio di Marcello Torre

E qui l’esempio di Marcello Torre che «aveva chiaro nella sua testa che le istituzioni sono sacre». «Dobbiamo difendere la sacralità delle istituzioni e non confonderle con le persone. Chi le rappresenta deve dimostrarsi eticamente all’altezza dell’uomo. La sacralità sta nell’essere garanti e promotori del bene comune. Marcello rappresentava questa sacralità. È stato ammazzato perché non era cortigiano di nessuno, non abbassava la testa ad altri interessi e poteri».

Don Ciotti ha chiesto una riscossa sociale. «I problemi e i mali che conosciamo non possono essere solo tamponati. Richiedono strategie lungimiranti, un pensiero radicale e rigeneratore. Serve un cambiamento etico e culturale, passare dell’immunità al principio della comunità. Impegniamo la nostra libertà per liberare chi libero non è. La libertà va liberata anche nel nostro Paese. Dio scuota le coscienze di chi deve prendere queste decisioni».

Attenzione alla normalizzazione del male

Nel sollecitare «risposte comuni» ha lanciato un allarme. «Le mafie, la corruzione, sono diventate normalizzazione così come la droga, l’usura, le agromafie, le ecomafie ed il gioco d’azzardo. Stiamo assistendo alla normalizzazione del problema e invece sono più forti di prima, in particolare al Nord. L’Italia deve prendere coscienza di fronte al pericolo della normalizzazione».

Cristiani coerenti e in prima linea

Un richiamo ai cristiani: «Il Signore ci dia una pedata per scuoterci e non farci sentire arrivati, spronarci a metterci in gioco.  I Santi e la Madonna sono stanchi dei bacetti. Il Signore ci chiede di essere attenti alla loro testimonianza. Ma ci chiede di essere veri, autentici, mettere in gioco la nostra vita per riempire quella degli altri. Dobbiamo uscire dai recinti, dalla autoreferenzialità, capire i limiti e costruire insieme perché è il noi che costruisce nuove strade. La Chiesa deve abitare la storia. La sfida è che il Vangelo possa dialogare con la storia di oggi e non quella di ieri. Non consegnare vecchie risposte a nuovi bisogni. Dare speranza a chi fa più fatica e restituire fiducia alle persone».

Il ricordo della vedova Torre

Don Ciotti ha ricordato anche la memoria di Lucia De Palma, la vedova di Marcello Torre, scomparsa un mese fa. «Lucia – ha detto il sacerdote – ha lottato di fronte a tanti silenzi complici. Delle volte ci si scatena, ci si commuove, ma non basta. Bisogna muoversi insieme, tutti. Lucia ci ha dato questo esempio e questa forza».

L’Emporio come ostensorio

Si è poi congratulato con don Pironti per l’Emporio della carità: «Lì c’è Dio, così come nelle case di Pagani dove c’è fatica e sofferenza. Cerchiamolo lì, non è lontano. L’emporio è un ostensorio, un luogo dove si serve Dio e lo si onora».

Durante la Messa sono state ricordate anche altre vittime innocenti delle mafie: Tonino Esposito Ferraioli, Aniello Giordano e Marco Pittoni.

Alla celebrazione hanno preso parte i massimi rappresentanti delle istituzioni provinciali, a partire dal prefetto Francesco Russo.

A fare gli onori di casa il sindaco Lello De Prisco. Presenti anche la parlamentare Virginia Villani ed il consigliere regionale Nunzio Carpentieri. Nutrita la pattuglia dei rappresentanti delle forze dell’ordine.

Fico: «Insieme contro l’illegalità»

Don Luigi Ciotti ed il presidente della Camera, Roberto Fico, in via Perone

Dopo la Santa Messa, il presidente della Camera, Roberto Fico, ha deposto una corona d’alloro in via Perone, nel luogo dove Marcello Torre fu trucidato dalla camorra. 

«Si contrappose agli interessi che stavano per arrivare dopo il terremoto, a politici corrotti, camorristi e per questo fu ucciso. Dobbiamo essere uniti e coesi per contrastare ogni tipo di fenomeno illegale. Insieme ne usciamo».

Una giornata intensa e di grande significato consegnata alla città di Pagani e all’Agro nocerino perché ne scaturisca un rinnovato impegno per il bene comune.

Salvatore D’Angelo

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