C’è più gioia nel dare che nel ricevere

L’esperienza dei fratelli Giovanni, Giuseppe e Salvatore Guidone che a Sarno organizzano una raccolta alimentare per le famiglie in difficoltà, coinvolgendo supermercati e parrocchie. Tre quelle già effettuate.

Sporcarsi le mani. Giovanni Guidone porta nel cuore queste parole di papa Francesco, ripetute negli anni in più di un’occasione. In una Messa a Santa Marta, il 26 giugno del 2015, il Pontefice disse che «è difficile fare del bene senza sporcarsi le mani». Dialogando a braccio con giovani di Grenoble-Vienne, il 18 settembre del 2018, aggiunse: «Per essere buon cristiano, bisogna sporcarsi le mani nell’aiutare gli altri». Per il Papa questo gesto è intimamente legato alla felicità, “perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. 

Parole che hanno assunto un significato ancora più profondo con la pandemia di Covid-19 e la grave crisi economica che ha coinvolto interi comparti dell’economia e tantissime famiglie. 

È il 13 maggio del 2021, Giovanni scrive un messaggio nel gruppo WhatsApp dei fratelli Guidone. La sua è una proposta semplice: organizzare una raccolta alimentare davanti ai supermercati di Sarno e donare il ricavato ai parroci che, in questo modo, potranno seguire le famiglie delle rispettive comunità. La risposta di Giuseppe, docente di italiano al liceo, e Salvatore, Medico di Medicina Generale, non si fa attendere: ci sono, sono pronti.

Inizia così la fase organizzativa, vengono contattati tutti i supermercati di Sarno. «Non è stato difficile – racconta Giovanni che lavora nella Cancelleria del Tribunale di Nocera Inferiore.  –. Ci siamo presentati dicendo che eravamo tre fratelli e abbiamo spiegato quello che volevamo fare». Trovano le porte aperte. Lo stesso accade con i sacerdoti a cui presentano il progetto: «Ai parroci abbiamo chiesto una cosa sola: una benedizione la mattina della raccolta».

Le prime raccolte

La prima raccolta si è svolta il 19 giugno davanti al supermercato Conad, il ricavato destinato alle parrocchie del Centro di Sarno affidate a don Roberto Farruggio. «Abbiamo consegnato 4 furgoni di generi alimentari», raccontano i fratelli Guidone.  Il 17 luglio c’è stata la seconda raccolta, questa volta davanti al supermercato Piccolo, 5 furgoni di generi alimentari donati a fra Francesco Maria Rea per le necessità delle famiglie della parrocchia Santa Maria della Foce. 

La terza raccolta si è svolta il 25 settembre, il supermercato che ha li ha accolti è stato il Sole 365. Quanto generosamente donato in quella giornata è stato consegnato a don Salvatore Agovino, a cui è affidata la parrocchia Santa Maria delle Grazie a Lavorate di Sarno.  

L’esperienza

Le giornate in cui si effettua la raccolta sono impegnative. Giovanni, Giuseppe e Salvatore indossano una pettorina blu, arricchita da un semplice logo: due mani tese verso l’alto che quasi accarezzano un cuore. Alle persone consegnano il volantino stampato per l’occasione e chiedono “un segno”.

Dalle 8.00 del mattino fino alle 20.00 di sera, con il sorriso stampato sul volto, e senza fare neppure una pausa per il pranzo, si “sporcano le mani” per chi ha più bisogno e a volte, per dignità, neppure chiede. Lo sa bene Salvatore, medico, che spesso durante le visite domiciliari fa i conti con questa realtà. E Giuseppe che a scuola si trova davanti ragazzi a cui la pandemia ha  portato via anche gli affetti più cari. 

A fine giornata la stanchezza è tanta ma il cuore è gonfio di gioia. Giovanni racconta che questa esperienza gli ha insegnato che spendersi per gli altri è una cosa “fattibile”, che si può fare. Giuseppe racconta che è una soddisfazione vedere la disponibilità delle persone: «Non avvertivo il senso della fatica. A sera sono arrivato stremato ma immaginavo il sorriso di chi avrebbe ricevuto quel piccolo dono». 

L’ingresso di un supermercato è un crocevia di persone, la fotografia variegata dell’umanità. Ci sono gli amici arrivati apposta per sostenerli ma anche la signora anziana che confida loro di non riuscire a fare la spesa neppure per lei o la mamma con un bambino piccolo che ha bisogno di ricevere più che di donare. E in questi casi il programma cambia: non si chiede nulla ma si dona.

E poi c’è chi ti sorprende. Lo racconta Salvatore: «è arrivato un ragazzo quarantenne, gli chiedo un pacco di pasta e uno di farina. Mi dice di essere disoccupato, allora gli domando se ha bisogno di qualcosa. Risponde di no. Poi torna con un pacco di pasta e un barattolo di pelati e dice: «altrimenti il sugo come lo fanno?». Ecco il segno che avevo chiesto».

Sul volantino consegnato alle persone, dopo l’elenco dei generi alimentari che possono essere donati, c’è un ringraziamento seguito dai nomi dei fratelli Guidone. Accanto a quelli di Salvatore, Giuseppe e Giovanni, c’è anche quello di Francesco, scomparso prematuramente il 29 luglio del 2019. Dal cielo, con i suoi bellissimi occhi chiari e il sorriso aperto e sincero, fa il tifo per loro.

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