Gli echi della guerra e suoi effetti

La guerra mina la nostra serenità e gli effetti psicologici possono essere devastanti, perché ci impedisce di sognare e progettare per realizzare i nostri desideri lavorativi, sociali e familiari.
Carri armati russi nel Donbass – foto Ansa/Sir

Vivere un’esperienza sgradevole, drammatica o traumatica è elemento comune nella vita di ognuno. Basta fermarsi a pensare agli ultimi echi provenienti dal panorama internazionale: il mondo sta assistendo all’ennesimo atto di violenza che solo l’animale uomo è in grado di attuare contro i propri simili, operato per meri scopi di lucro e di potere. Atto che provoca la morte di civili, bambini, soldati chiamati a difendere confini e vite umane. 

Sembra tanto lontano da noi eppure non bisogna essere per forza spettatori diretti di guerre e massacri per sentirne gli effetti.

L’inquietudine, il senso di orrore e il timore che la serenità che tutti noi conosciamo possa essere interrotta in qualsiasi momento, ci paralizza, congelati nella speranza che tutto passi il prima possibile. Gli effetti psicologici di tali echi di violenza intaccano non soltanto il nostro sé, ma anche il senso che ognuno di noi conferisce alla propria esistenza, poiché è a seguito della possibilità di dare un senso personale alla nostra vita, agli altri e al mondo che siamo spinti a sognare, progettare e realizzare i nostri desideri, di natura lavorativa, sociale o familiare.

Purtroppo un tale clima di terrore, vissuto di persona o anche solo immaginato, ci induce ad interrompere questo processo di attribuzione di significato, influenzando il nostro modo di vivere il presente. In questa ottica il mondo, le persone, le relazioni appaiono potenzialmente minacciose, irrisorie e mai realmente vere e profonde; immaginare futuri possibili lascia il passo all’accettazione passiva che ciò che viviamo esula dalla nostra volontà.

Quest’ultimo effetto forse è quello peggiore, perché spinge la persona a rassegnarsi.

Eppure, come esseri umani, apparteniamo ad una delle specie animali con le maggiori risorse di adattamento e di resilienza, ovvero siamo riusciti a ripartire sempre, riprendendoci in mano l’esistenza dopo le peggiori catastrofi e guerre che hanno colpito la civiltà umana. Tutto questo è avvenuto non senza pagare un elevato scotto che coinvolge il nostro vivere.

Ripartire dal comprendere quanto questi episodi scatenino effetti così deleteri per le società potrebbe essere un primo passo per riuscire a tessere nuove basi per il futuro dei nostri figli.

Se volete, potete condividere le vostre analisi con me via mail all’indirizzo dottoressa.marciano@gmail.com

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