Le fatiche dei ragazzi

Il periodo della pandemia è stato duro per tutti, ma per i ragazzi ha avuto effetti molto pesanti sul piano relazionale, affettivo ed emotivo.
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Sono gli adolescenti tra i 14 e i 19 anni i vulnerabili. Così almeno vengono descritti dall’ultimo Rapporto Bes (Benessere equo e sostenibile) appena pubblicato dall’Istat.

Il Rapporto mostra un’immagine dell’Italia attraverso l’elaborazione di 153 indicatori, che danno sostanza a 12 dimensioni (salute, istruzione, lavoro, benessere economico, relazioni, politica, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio, ambiente, innovazione, qualità dei servizi).

L’osservazione del loro andamento rende possibile una maggiore rappresentazione dello stato dell’arte del nostro paese, molto più ricco rispetto al sintetico e a volte ingannevole Pil (Prodotto interno lordo) sul quale si fondano le classifiche tradizionali sullo sviluppo dei paesi.

Ebbene nel Rapporto Bes appare evidente la maggiore fragilità della nostra popolazione: i nostri ragazzi e le nostre ragazze nell’ultimo anno hanno visto la più ampio peggioramento delle condizioni psicologiche (- 2,4 punti per i primi -4,6 punti per le seconde).

Loro sono gli unici ha dichiarare un deterioramento nella soddisfazione per la loro vita (solamente il 52,3% si dichiara molto soddisfatto – prima del covid si partiva da porzioni molto più ampie). Gli adolescenti hanno visto aumentare l’indice di sedentarietà (da 18,6% a 20,9%) ed è cresciuta la consumazione di alcol, considerato un comportamento a rischio, arrivata al 23,6%.

Anche nelle relazioni le cose non sono andate bene: i giovani che dichiarano di incontrarsi con amici almeno una volta a settimana tra il 2019 e il 2021 sono passati dall’89,8% al 73,8% e diminuiscono di 4 punti percentuali anche i giovani che si dichiarano soddisfatti delle loro relazioni familiari.

Il periodo della pandemia è stato duro per tutti, ma per i ragazzi ha avuto effetti molto pesanti sul piano relazionale, affettivo ed emotivo, se prima era una supposizione, oggi le rilevazioni statistiche mostrano in modo meno astratto la gravità della situazione.

Rimanere isolati, ridurre i momenti di socializzazione e i tempi di aggregazione a scuola come nelle attività sportive ha ripercussioni sul loro livello di benessere.

Tornare a uscire, tornare a incontrarsi, e farlo nella gioia diventa essenziale per curare queste ferite. Come ha affermato Papa Francesco durante il suo discorso al pellegrinaggio degli adolescenti che nel Lunedì dell’Angelo ha riempito piazza San Pietro: “Sono passati due anni con la piazza vuota e alla piazza è successo come succede a noi quando facciamo digiuno: abbiamo voglia di mangiare e, quando andiamo a mangiare dopo il digiuno, mangiamo di più; per questo si è riempita di più: anche la piazza ha sofferto il digiuno e adesso è piena di voi! Oggi, tutti voi, siete insieme, venuti dall’Italia, nell’abbraccio di questa piazza e nella gioia della Pasqua che abbiamo appena celebrato”.

Andrea Casavecchia

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