Sui social spopola Eddy Beef un influencer nato da Tik Tok e poi passato alle altre piattaforme. Il giovane si apposta in via Monte Napoleone a Milano e ferma le auto di lusso che sono di passaggio. La prima domanda è la stessa per tutti. Ci soffermiamo su questa: «Posso chiederti cosa fai nella vita per avere questa fantastica macchina?».
Il più delle volte si tratta di Ferrari, Lamborghini, Maserati e Mercedes. È l’inno all’effimero e all’apparenza. Ti fermo perché hai la macchinona. Continuo a farti domande perché quasi invidio la tua posizione. Resto incuriosito dal tuo lavoro, che il più delle volte non sapevo nemmeno esistesse.
Tutto lecito, per carità. È anche divertente, come molte cose che circolano in rete. Quasi al pari dei video con gattini. Un po’ di leggerezza non guasta. Però c’è chi casca nel tranello virtuale. Lo enfatizza. Lo idealizza credendo che quella sia la realtà, perché più comoda e confortevole.
Ci spostiamo in Giappone per il matrimonio tra Akihiko Kondo e Hatsune Miku. Una notizia che non dovrebbe creare curiosità se non fosse che la sposa in questione è un ologramma. «Il signor Kondo – spiega il New York Times – sapeva da tempo che non voleva un partner umano. La vita con Miku, sostiene, ha dei vantaggi rispetto a quella con un partner umano: lei è sempre lì per lui e non dovrà mai vederla ammalarsi o morire».
Questi amori sono definiti fictosessuali, termine che prende la propria radice dalla parola “fiction”, ossia finzione. Se continuiamo su questa strada ognuno si creerà il proprio ambiente dove vive e prospera, dimenticandosi della realtà, del prossimo, della società con i suoi pro ed i suoi contro.
È vero che la nostra vita, dicono gli esperti, è ormai on life perché siamo sempre connessi alla rete, anche inconsapevolmente. Tuttavia, scrolliamo sì lo schermo per aggiornarci sulle ultime novità e sulle “pazzie” propinate dalla Rete, ma poi sforziamoci a ritornare con i piedi per terra.
Non inseguiamo reaction, visualizzazioni e follower. Rischiano di diventare una frenesia transitoria che ci potrebbe far perdere il contatto con il mondo per tenerlo solo con il frutto degli algoritmi. Proviamo ad impostare la nostra vita sui rapporti, anziché sui contatti. È sicuramente più difficile, ma è certamente più gratificante di un cuoricino rosso pulsante sullo schermo del proprio device.
Ci viene in soccorso ciò che ci circonda. C’è tanto per cui vale la pena riprendere il contatto con il mondo. Ce lo ricordano anche le mamme ucraine che hanno collaborato con Insieme per la preparazione dei semi di girasole in regalo con questo numero.
Non si chiedono «cosa fai nella vita per avere questa fantastica macchina», loro pensano a difenderla la vita. La loro e quella dei propri figli. E se proprio pensano ad un mezzo di trasporto sperano tanto che possa essere una bicicletta per andare a fare la spesa più comodamente.