Si avvicina il terzo Esame di Stato dell’era Covid-19 al termine di un anno scolastico in presenza e con il ricorso alla didattica a distanza solo per gli studenti affetti da Covid-19 o per contatti stretti.
Il ministro Patrizio Bianchi ha più volte interloquito con i giovani rassicurandoli che, al di là della modalità della prova finale, ci sarebbe stata comprensione e accoglienza da parte delle commissioni, in considerazione di un percorso triennale faticoso.
Nei precedenti due anni, vogliamo ricordarlo, l’esame è consistito in un maxi colloquio su tutte le discipline del curriculum, partendo da un elaborato sugli argomenti dell’area di indirizzo preparato in precedenza dagli alunni e dalla discussione di un testo letterario scelto dalla Commissione nel giorno dell’unica prova orale.
Inutile sottolineare che gli studenti auspicavano, per quest’anno, una soluzione simile.
Ma il Ministero ha voluto dare un segno di ripresa normalità riproponendo, accanto al colloquio, la prima prova scritta di italiano, secondo la modalità pre Covid-19, e la seconda prova concernente l’area di indirizzo.
Hanno contestato duramente le associazioni studentesche e la sentita protesta ha convinto il Dicastero a considerare qualche agevolazione: commissione composta solo dai docenti interni, coordinati da un presidente esterno, e seconda prova scelta dalla Commissione d’esame e non dal Ministero.
Altro strappo alla “normalità” è la valutazione che attribuisce lo stesso peso al curriculum dello studente e alle prove. In definitiva, l’esame 2022 riprende in gran parte quello dell’anno scolastico 2018/19, con qualche semplificazione necessaria visto che la “normalità” non è ancora compiuta.
«Vivetelo con entusiasmo. Abbiate fiducia in voi!», l’augurio del ministro Bianchi.
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