Un «grazie sincero a tutte le famiglie»

Il Messaggio del vescovo Giuseppe Giudice alle Famiglie in occasione del X incontro mondiale delle famiglie che inizia oggi in Vaticano
Il Vescovo con una famiglia mentre amministra il Battesimo ad una bambina

Un «grazie sincero a tutte le famiglie per quello che siete, dite e fate». Ad esprimerlo è il vescovo Giuseppe Giudice nel Messaggio alle Famiglie inviato in occasione del X incontro mondiale delle Famiglie. Un pensiero, quello del Pastore della Chiesa nocerino-sarnese, che accompagna la Lettera alle Famiglie dei Vescovi della Campania.

Un incontro, quello che inizia oggi in Vaticano per concludersi domenica 26 giugno, da «vivere in stile sinodale», «che sarà “multicentrico e diffuso” a chiusura anche dell’Anno per la Famiglia Amoris laetitia, voluto dal Santo Padre Francesco». In Diocesi, lunedì sera è stato vissuto in occasione della Sosta ecclesiale. Con il Messaggio, il Vescovo vuole «esprimere, proprio rimandando al ricco magistero di papa Francesco su questo tema, un Grazie sincero a tutte le famiglie per quello che siete, dite e fate».

Famiglia, maestra di vita

«Facendo grata memoria delle nostre famiglie di origine, da Voi vogliamo imparare ancora il duro e sorprendente mestiere della vita. Siamo coscienti che oggi sempre più ci allontaniamo dal modello romantico di famiglia (cfr Mulino Bianco) e stiamo con fatica dentro a questa pluralità; come Chiesa parliamo di piccola Chiesa domestica, ma non ci copriamo gli occhi ben sapendo che oggi abbiamo molte tipologie di famiglie, e da ognuna possiamo apprendere qualcosa».

Indicare la vetta

«La Chiesa, secondo la lezione conciliare, non solo dà al mondo, ma da esso riceve anche molto», ricorda mons. Giudice. Senza tentennamenti indica la strada da seguire: «La Madre Chiesa, istruita dal Maestro e senza vergogna, continua a proporre il modello della famiglia di Nazareth, senza sconti e con coraggio, e si impegna in una pastorale familiare più fresca ed incisiva, ad accompagnare le famiglie nei tornanti, non sempre facili, della vita. La Chiesa risponde alla sua missione senza voler abbassare la vetta, ma dando a tutti il tempo e gli strumenti per progredire ed arrivare guardando verso l’alto. Esperta in umanità, è maestra di pazienza e si fida dei tempi di Dio, che non sono i nostri».

Famiglia – foto dal sito Pixabay.com

Famiglia sul modello conciliare

Il Vescovo propone una serie di similitudini: «Grazie alle famiglie che sono lievito e sale, luce per le altre famiglie. Grazie, Famiglia, sii Lumen Gentium, Sacrosanctum Concilium, Dei Verbum, Gaudium et Spes! Lumen Gentium, Famiglia piccola chiesa tra le mura domestiche, luce non abbagliante in mezzo a tanto buio. Sacrosanctum Concilium, Famiglia che celebra in casa e in Parrocchia il dono eucaristico. Dei Verbum, Famiglia che dalla Parola trae parole di speranza e gioia, da condividere con tutti i viandanti come luce per il cammino. Gaudium et Spes, Famiglia capace di condividere le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di questo tempo magnifico e drammatico».

Grazie, famiglia

«Grazie, Famiglia, scrigno dell’amore; culla della vita; santuario della bellezza; rifugio per i giorni difficili; locanda per curare le ferite; spazio di pochi metri quadrati per l’avventura della santità. Grazie, Famiglia, icona e grembo della Trinità, pagina di Vangelo sempre attuale!», conclude il vescovo Giuseppe.

Santità della porta accanto

Nella Lettera dei Vescovi campani si richiama alla santità della famiglia. «Guardare alla Santa Famiglia è rinnovare il nostro impegno a vivere la chiamata alla santità, fondata nel nostro Battesimo, nel nostro quotidiano, con un susseguirsi di piccoli gesti. È la santità “della porta accanto”: genitori che accudiscono con amore i figli, che li educano con pazienza e rispetto, che li nutrono non solo del cibo, che pensano non solo alla loro salute fisica e alla crescita culturale, ma trasmettono loro la fede non soltanto con le parole, ma con la testimonianza. Genitori che devono fare i conti ogni giorno con difficoltà economiche, che si prendono cura, non badando alla stanchezza, della disabilità di un figlio o di un genitore anziano, fidando sempre nella presenza del Signore».

Sa. D’An.

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