La strada italiana per la lotta agli abusi

Il primo atto del nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Matteo Maria Zuppi, è stato annunciare le misure sulla piaga degli abusi che segna le vittime e la Chiesa.

«I Vescovi hanno scelto la strada italiana per la lotta agli abusi». A spiegare qual è stato è il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e nuovo presidente della Cei, scelto da papa Francesco tra la terna di nomi indicata dai Vescovi italiani.

L’annuncio delle misure anti abusi è avvenuto nella prima conferenza stampa nel suo nuovo ruolo di presidente, svoltasi al termine dell’Assemblea generale dei vescovi italiani che si è tenuta dal 23 al 27 maggio scorsi in un albergo di Fiumicino.

Una strategia in cinque passi che condurrà alla redazione del primo Report nazionale sugli abusi che verrà reso noto il prossimo 18 novembre.

Le linee guida prevedono: potenziamento della rete dei referenti diocesani; più centri d’ascolto; un rapporto nazionale sugli ultimi due anni; coinvolgimento di istituti di ricerca indipendenti; collaborazione con le istituzioni pubbliche.

«La Chiesa è sempre dalla parte delle vittime, anche se tali azioni sono state provocate da fratelli o figli della stessa Chiesa», ha rimarcato il presidente segnando così l’esordio della sua presidenza. 

Il cardinale Matteo Maria Zuppi – Foto Siciliani-Gennari/SIR

«Quella che abbiamo scelto in questa assemblea – ha dichiarato – è la strada italiana nella lotta agli abusi: è un passaggio ulteriore, che comporta cinque linee di azione, a partire dalla volontà di rafforzare la rete dei Servizi diocesani per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili e dei Centri di ascolto, partiti un anno fa e ormai presenti nel 70% delle diocesi».

Il Report verrà stilato da due Istituti universitari di Criminologia e Vittimologia, «che visioneranno tutto il materiale di prevenzione e relativo ai casi di abusi degli ultimi due anni».

«Vogliamo metterci anche noi di fronte agli abusi, senza correre il rischio di minimizzare o amplificare i fenomeni», ha puntualizzato il porporato.

Sarà centrale la collaborazione con il Dicastero per la Dottrina della Fede, anche questa «supportata e verificata da Centri indipendenti per la raccolta e l’analisi dei dati sulle denunce presentate dal 2000 al 2021». La decisione di non andare ancora più indietro, ha detto Zuppi, non è conseguenza di resistenze o «volontà di copertura», anzi: «Ci è sembrato molto più serio, e ci fa molto più male, concentrarci su quel periodo che ci coinvolge direttamente». La «strada italiana» prevede anche la piena collaborazione con l’Osservatorio per il contrasto alla pornografia e pedofilia minorile attivo presso il Ministero della Famiglia. 

A livello locale ci sono dei centri di ascolto con delle equipe di riferimento metropolitano. La nostra Diocesi fa capo al centro della metropolia salernitana. È lì che vengono inviati eventuali casi di sospetti abusi.

«In questo modo – ha spiegato lo psicologo Antonio Francese, referente diocesano per gli abusi – si dà inizio all’iter per la salvaguardia del benessere psicologico delle vittime e le annesse procedure legali». Dal prossimo anno pastorale si lavorerà anche su un altro fronte: «Ci saranno una serie di eventi formativi per educare tutti gli operatori pastorali a una maggiore attenzione rispetto al fenomeno degli abusi. Il cammino è lungo, ma in questa fase la formazione e la prevenzione sono la strategia migliore per non avere altri casi».

Nello stesso periodo sarà attivato pienamente anche il centro di ascolto diocesano dove opereranno, oltre il referente, anche altre figure professionali per dare un aiuto completo e integrale alle vittime.

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