La siccità sta segnando profondamente la vita di tanti lavoratori. Le ondate di calore anomale e l’assenza di precipitazioni di questi ultimi mesi hanno messo in ginocchio l’agricoltura e causato seri danni alle attività produttive e all’ambiente.
All’Angelus, nella solennità dei santi Pietro e Paolo, papa Francesco aveva auspicato: “Tutto questo deve farci riflettere sulla tutela del creato, che è responsabilità nostra, di ciascuno di noi. Non è una moda, è una responsabilità: il futuro della terra è nelle nostre mani e con le nostre decisioni!”.
E l’impegno dei fedeli, oltre che da doverose scelte di rispetto dell’ambiente nelle azioni quotidiane e tutela del Creato, passa per la preghiera, come ci ha ricordato mons. Giuseppe Giudice esortandoci a pregare per far tornare la pioggia e fermare l’emergenza siccità.
Una preghiera di intercessione quella proposta dal vescovo Giuseppe affinchè arrivino le tanto attese precipitazioni.
“Carissimi, scrive stiamo vivendo un tempo di grande siccità, che è un’altra pandemia che si aggiunge alle tante già presenti. Mentre apprezziamo gli sforzi che gli esperti e il governo stanno mettendo in atto per risolvere quest’altra crisi, noi come credenti non possiamo sottrarci alle nostre responsabilità.
La fede vera, alimentata dalla sana Tradizione, sa che a Dio nulla è impossibile, per questo Vi invito a pregare per chiedere al Padrone del campo il dono della pioggia.
Suggerisco ai parroci di utilizzare, quando è possibile durante i giorni feriali, la Messa per chiedere la pioggia, che nel Messale Romano è posta tra le “Messe ed orazioni per varie necessità”; e ad utilizzare, magari sostituendo la preghiera dei fedeli, la preghiera composta da San Paolo VI e pronunciata all’Angelus del 4 luglio 1976, altro periodo difficile di siccità, preghiera riportata in calce.
Sarà un atto semplice, ma efficace, per contribuire al bene delle nostre popolazioni.
Vi benedico”.
Nella sua nota, inoltre, il vescovo Giuseppe richiama anche la preghiera di San Paolo VI, recitata la prima volta all’Angelus del 4 luglio 1976, anche allora tempo di siccità.
Dio, nostro Padre, Signore del cielo e della terra (Mat. 11, 25),
tu sei per noi esistenza, energia e vita (At. 17, 28).
Tu hai creato l’uomo a tua immagine (Gen. 1. 27-28)
perché con il suo lavoro faccia fruttificare
le ricchezze della terra
collaborando così alla tua creazione.
Siamo consapevoli della nostra miseria e debolezza:
nulla possiamo senza di te (Cfr. Gv. 15).
Tu, Padre buono, che su tutti fai brillare il tuo sole (Mat. 5, 45)
e cadere la pioggia,
abbi compassione di quanti soffrono duramente
per la siccità che ci ha colpito in questi giorni.
Ascolta con bontà le preghiere a te rivolte
fiduciosamente dalla tua Chiesa (Luc. 4, 25),
come esaudisti le suppliche del profeta Elia (1 Re 17, 1),
che intercedeva in favore del tuo popolo (Giac. 5, 17-18).
Fa’ scendere dal cielo sopra la terra arida
la pioggia sospirata,
perché rinascano i frutti (Ibid. 5, 18)
e siano salvi uomini e animali (Sal. 35, 7).
Che la pioggia sia per noi il segno
della tua grazia e benedizione:
così, riconfortati dalla tua misericordia (Cfr. Is. 55, 10-11),
ti renderemo grazie per ogni dono della terra e del cielo,
con cui il tuo Spirito soddisfa la nostra sete (Gv. 7, 38-39).
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, che ci ha rivelato il tuo amore,
sorgente d’acqua viva zampillante per la vita eterna (Ibid. 4, 14).
Amen”.