La laurea magistrale in Scienze storiche è ad un passo, ma ha combattuto sette anni per vedersi riconosciuto il diploma di Maturità. Senza quello, ha rischiato di vanificare anni di sacrifici. Il Consiglio di Stato ha pronunciato la parola definitiva, accogliendo le motivazioni di un ragazzo dell’Agro nocerino sarnese difeso dall’avvocato Giovanni Salvati coadiuvato, dinanzi ai consiglieri di Palazzo Spada, dall’avvocato Carmine Gragnaniello.
La vicenda si è consumata nel 2015 all’istituto “Enrico Fermi” di Sarno. Il giovane non venne ammesso all’esame di Maturità. Chiese l’intervento del Tar, che gli consentì di partecipare con riserva. La valutazione finale di 55/100 fu insufficiente per la promozione, fissata dalla legge in 60/100. Nel frattempo, il Tribunale amministrativo salernitano confermò la decisione del consiglio di classe. Una sentenza che fu impugnata in secondo grado.
E arriviamo ad oggi, con il Consiglio di Stato che ha ribaltato tutto. Il problema, ha analizzato il collegio, risiede nel mancato riconoscimento di alcuni crediti scolastici che sarebbero spettati allo studente. Cinque punti che pure erano presenti sulla carta: quattro quali crediti scolastici di base, più un credito formativo rappresentato da una esperienza svolta all’estero. In questo modo avrebbe raggiunto la votazione di 60/100 che avrebbe evitato il lungo contenzioso che ha impegnato non solo la sezione salernitana del Tar Campania, ma anche quella di Napoli, nonché il Consiglio di Stato.
Nella sentenza emessa da Palazzo Spada, il ragazzo «una volta ammesso all’esame, aveva diritto a che lo scrutinio di pre-ammissione fosse svolto con gli stessi criteri applicati ai compagni di classe».
La motivazione del Consiglio di Stato
Infatti, «la logica, prima che il diritto, imponeva che all’ammissione con riserva disposta in sede giurisdizionale, ancorché per effetto di una fictio iuris, andassero ricollegati, per equivalenza giuridica, i medesimi significato ed effetto che presenta un’ammissione all’esame di licenza liceale propriamente detta. E poiché a seguito di quest’ultima, scatta l’obbligo per il consiglio di classe di valutare ed attribuire un punteggio per le suddette voci, stesso effetto doveva scaturire dalla deliberata ammissione con riserva da parte del Tribunale».
Insomma, quella bocciatura, se fossero stati considerati i crediti come avvenuto per gli altri studenti, non ci sarebbe stata. Il collegio di secondo grado ha quindi accolto il ricorso presentato dallo studente dell’Agro, che ora è promosso sulla carta. La vicenda, però, non è ancora conclusa.
L’iscrizione all’Università
Nel frattempo il giovane si è iscritto all’Università di Napoli, dove sta sostenendo un percorso di studi in storia. Ha già ottenuto il diploma universitario in Storia, attende di conseguire la laurea magistrale. L’ateneo partenopeo, dopo la sentenza di primo grado del Tar Salerno che confermava la bocciatura, ha avviato un contenzioso dinanzi al Tar Napoli. Lo studente ha proseguito con riserva, in attesa della decisione del Consiglio di Stato.
A dicembre i giudici napoletani decideranno sulla legittimità del percorso universitario. Alla luce di quanto scritto nel dispositivo emesso da Palazzo Spada ci dovrebbe essere un responso favorevole. Il percorso universitario mal si concilia però con i tempi della giustizia.
Lo studente, infatti, ha sostenuto tutti gli esami e ha anche ottenuto la tesi. Però non può completare il percorso di studi. Non può procedere finché il Tar partenopeo avrà aperta la questione. A questo punti l’auspicio è che, pronunciatosi il Consiglio di Stato, si possa anticipare il verdetto e chiudere una vicenda che si trascina da sette anni. È su questo che continuerà a lavorare l’avvocato Giovanni Salvati.
Sa. D’An.