Don Antonio Guarracino ha festeggiato i suoi primi 40 anni di sacerdozio. Il parroco di Gesù Risorto in Pagani è stato ordinato il 7 ottobre 1982. Per ricordare quella data ha voluto organizzare insieme alla comunità parrocchiale una serie di appuntamenti culminati nella Messa di domenica 9 ottobre.
Il sacerdote ha voluto intorno a sé la sua famiglia, quella di sangue e quella ecclesiale, il vescovo mons. Giuseppe Giudice, l’amico di seminario e oggi arcivescovo di Sorrento-Castellammare, mons. Francesco Alfano, e alcuni compagni seminario, oggi sacerdoti in varie diocesi della Campania.
La Celebrazione Eucaristica è stata caratterizzata da un continuo dal ringraziamento della comunità parrocchiale al loro “don”. Il sacerdote, infatti, cura le anime di Gesù Risorto dal lontano 1986.
Nell’omelia, il Vescovo ha sottolineato: «Siamo chiamati per rendere grazie, ognuno avrebbe tanti motivi, stasera ce ne è uno in più: il 40° dell’ordinazione sacerdotale di don Antonio Guarracino».
Mons. Giudice, riferendosi alle letture della XXVIII domenica del Tempo Ordinario, ha aggiunto: «A Gerusalemme si compie il mistero della Pasqua e Gesù in questo cammino coinvolge tutti, sia persone che territori. Ognuno, anche chi è lontano, anche chi è straniero, è coinvolto nel mistero pasquale di Dio. La fede è semplice, non è banale, ma passa attraverso la semplicità dei gesti. Soltanto nell’umiltà possiamo crescere».
Infine l’augurio a don Guarracino: «Mettiti dinanzi al Santissimo e ringrazia il Signore. Tornando indietro in questi 40 anni, metti in evidenza le cose belle. Dobbiamo saper trovare il tempo per tornare indietro a ringraziare il Signore e per poter ringraziare dobbiamo avere memoria».
Al termine della Santa Messa ha preso la parola mons. Francesco Alfano, che ha augurato a don Antonio: «L’anziano e il giovane dialoghino in te».
Il ringraziamento di don Antonio
Nel ringraziamento finale, don Antonio Guarracino ha ricordato le diverse fasi del suo percorso sacerdotale. «Quaranta anni sono passati con il costante sforzo di custodire il sacerdozio come missione. L’imposizione delle mani non ha annullato la nostra umanità, non ci ha fatto diventare super uomini. A noi non servono regali, serve che preghiate per noi e ci accompagniate, ci sostenete e seguite lo sforzo di creare una comunità conciliare».
Alla sua parrocchia ha detto: «Dobbiamo essere una cosa sola per annunciare la parola di Dio. Prego il Signore affinché mi aiuti ad essere ultimo tra gli ultimi».
Dopo la Concelebrazione Eucaristica, nel salone parrocchiale c’è stato un momento di festa con il taglio della torta realizzata dagli operatori parrocchiali. I parrocchiani hanno rilanciato questa frase: «Se ne vale la pena si trova sempre tutto: tempo, coraggio, scusa, motivo».