Nathalie Yabre è una giovane donna burkinabè con un sogno nel cassetto: fare la giornalista. Ha dovuto interrompere gli studi universitari per ragioni economiche. Storia comune in Paesi così poveri.
La nostra rivista, insieme alla Caritas diocesana, ha deciso di sostenere quel sogno, pagandole gli studi.
Il sostegno a Nathalie è la prima delle iniziative che Insieme si propone di promuovere nell’ambito della campagna abbonamenti “Solidali, Insieme – abbonamento solidale”.
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L’estrazione sarà effettuata con sistema elettronico tra tutti i nominativi pervenuti entro il 31 gennaio 2023.
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Il sogno nel cassetto di Nathalie
In questa intervista di Salvatore Alfano Nathalie ci racconta l’amore per lo studio e la passione per il giornalismo
Nathalie come va?
«Sto bene, grazie, spero che anche voi stiate bene».
Quanti anni hai e di dove sei?
«Ho 26 anni e vengo dal Burkina Faso».
Parlaci della tua famiglia e della tua città.
«Vengo da una famiglia di 6 figli di cui 4 sorelle e 1 fratello. Rimasta orfana di padre 10 anni fa, mia madre è l’unica persona che mi sostiene moralmente e sono orgogliosa di averla sempre al mio fianco. Sono l’unica persona che ha avuto la possibilità di andare a scuola in famiglia, vista la situazione economica dei miei genitori. Vengo da una famiglia povera. Il mio villaggio Kaibo è meraviglioso e pieno di verde soprattutto durante la stagione delle piogge ed è un luogo da visitare».
Qual è stato il tuo percorso di studi?
«Ho fatto la scuola primaria nel mio villaggio e ho ottenuto il mio diploma d’ingresso in 6éme; poi ho proseguito i miei studi nel collegio generale e ho ottenuto il brevetto di studi del primo ciclo; ho lasciato il mio villaggio e sono andata in città a Manga per ottenere il mio “Baccalauréat” nel 2018; infine ho lasciato il mio villaggio definitivamente per andare nella Capitale del Burkina Faso, a Ouagadougou, dove avrei dovuto continuare i miei studi di giornalismo. Ma a causa della mancanza di mezzi non ho potuto proseguire ed ho dovuto cercare un lavoro».
Perché hai deciso di iscriverti all’Università?
«Perché mi è sempre piaciuto studiare».
Qual è il tuo sogno?
«Fin da bambina il mio sogno era quello di diventare giornalista».
Perché proprio la giornalista?
«Il giornalismo è una passione che coltivo da sempre».
C’è una figura a cui ti ispiri?
«Ciò che mi ispira è essere la voce di chi non ha voce, perché ci sono persone che vogliono esprimersi ma non possono farlo e io voglio lottare per dare loro la possibilità di esprimersi».
Quando diventerai giornalista, dove intendi lavorare e cosa sogni di poter raccontare?
«Voglio lavorare nella stampa audiovisiva e mi batterò per i diritti di tutte quelle persone a cui vengono negati».
Nel tempo libero, oltre allo studio, lavori?
«Faccio lavori saltuari per sopravvivere, lavorando soprattutto la sera come cameriera nei “maquis”. Ma adesso che mi è stata data di nuovo la possibilità di poter studiare, grazie agli amici italiani e soprattutto alla Diocesi di Nocera Inferiore- Sarno, sono in difficoltà perché i corsi si svolgono dal lunedì al sabato».
Cosa vuoi dire agli amici italiani che ti stanno sostenendo e continueranno a sostenerti in questo percorso di studi?
«Spero che un giorno potrò venire in Italia per ringraziarvi sinceramente e per conoscere il vostro bellissimo Paese, che è diventato anche il mio secondo Paese, perché senza di voi non potrei realizzare il mio sogno. Vi voglio tanto bene, miei cari amici».
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