I rifugiati ucraini in Diocesi hanno incontrato papa Francesco. L’appuntamento si è tenuto sabato 18 marzo nell’Aula Paolo IV in Vaticano. Un momento di grande emozione e significato, che ha riservato anche una bella sorpresa per Katia Forino.
La giovane paganese di origi ucraine è volontaria del Servizio civile presso la Caritas diocesana, ma nel pieno dell’emergenza, un anno fa, ha fatto da interprete tra i rifugiati e le realtà locali che si apprestavano ad accoglierli, a partire dalla Caritas.
«Grazie perché portate avanti questa storia di accoglienza che è un impegno concreto per la pace. L’accoglienza è il primo passo per la pace. Grazie di questo». È questo un piccolo passaggio del discorso tenuto dal Pontefice all’udienza con i rifugiati arrivati in Italia grazie ai corridoi umanitari.
Papa Francesco ha accolto i rifugiati insieme ai rappresentanti delle famiglie ospitanti e delle comunità che li hanno accolti e ne stanno curando l’integrazione. «I corridoi umanitari operano anche per l’integrazione, perché non c’è accoglienza senza integrazione», ha affermato il Santo Padre.
Anche la nostra Diocesi era presente a questo momento con una delegazione della Caritas diocesana e il gruppo di rifugiati ucraini accolti presso le nostre strutture. Il folto gruppo di pellegrini, accompagnati dal direttore della Caritas diocesana, don Enzo Di Nardi, è giunto in Vaticano per ascoltare le parole del Pontefice e le diverse testimonianze dei migranti e degli ospitanti.
Le parole rivolte a Katia
Tra i delegati della nostra diocesi anche Katia Forino, che ha avuto l’onore di salutare personalmente il Papa, scambiando con lui qualche parola.
«Siamo della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno ed abbiamo accolto circa 160 rifugiati ucraini», ha detto Katia al Santo Padre. «Bene continuate ad impegnarvi nelle opere di carità», ha risposto il Papa.
«È stata un’emozione fortissima parlare con il Papa e presentare il lavoro e l’impegno che la Caritas ha speso, in quest’ultimo anno, per l’accoglienza e l’integrazione dei rifugiati giunti nella nostra Diocesi», ha ricordato Katia.
In effetti le parole di Francesco sono una benedizione sul lavoro svolto fino ad ora e, allo stesso tempo, rappresentano un incoraggiamento ad andare avanti per questa strada.
Anna Petrosino