Giovani e sfida educativa, la Chiesa si interroga

“Come ricucire lo strappo tra l’ideale magistero, proposta della Chiesa e il reale vita dei giovani?”

“Giovani sfida educativa” è stato il tema che lo scorso 30 marzo gli studenti della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale hanno affrontato nel loro Convegno annuale nella splendida cornice di Capodimonte.

Una giornata intensa partecipata da moltissimi studenti della Facoltà Teologica e arricchita da un parterre di ospiti che hanno aiutato i convegnisti a riflettere su un tema attuale e delicato.

Dopo i saluti istituzionali del Preside Prof. Emilio Salvatore, del Decano della Sezione san Tommaso d’Aquino Prof. Francesco Asti e del Presidente del Comitato Studentesco Salvatore Porricelli si è dato inizio ai lavori.

A moderare i lavori della giornata è stato il giornalista di Avvenire, Francesco Ognibene che ha organizzato gli interventi di mons. Armando Matteo, segretario per la sezione dottrinale del Dicastero per la dottrina della fede; don Alberto Ravagnani, sacerdote della diocesi di Milano conosciutissimo dai giovani per la sua presenza sui social; don Pasquale incoronato pastoralista e coordinatore della diocesi di Napoli per il patto educativo; e a concludere i lavori della mattinata la parola di Sua Eccellenza d. Mimmo Battaglia, Arcivescovo di Napoli e Gran Cancelliere della Pontificia Facoltà.

Il pomeriggio è stato arricchito dallo svolgimento di alcuni laboratori che coordinati da don Federico Battaglia, Sr Debora Contessi, dott. Gianluca Giuda e don Pasquale Incoronato hanno portato nell’esperienza i contenuti della mattinata.

La giornata è stata introdotta dalla domanda di mons. Armando Matteo: “Come ricucire lo strappo tra l’ideale magistero, proposta della Chiesa e il reale vita dei giovani?”. Evidenziando la necessità di un cambiamento della catechesi verso un piano esperienziale che possa smuovere e suscitare ma soprattutto incidere le idee e i valori di cui i giovani sono portatori.

Sulla stessa scia don Alberto ci ha presentato un nuovo modo di approccio ai giovani, ripensando e riscoprendo il ruolo degli oratori nella vita dei ragazzi, e di quanto la dimensione dei social incida sul loro approccio alla vita e alle realtà che li circondano.

Don Alberto ha poi mostrato, partendo dalla sua esperienza di prete che vive la dimensione dei social come essi possano essere sia strumento di unione e di comunicazione con i giovani, quanto se usati in maniera erronea possano demolire tutti i possibili tentativi e tutti gli sforzi fatti per costruire un dialogo.

Don Pasquale Incoronato ci ha ricordato e mostrato come la povertà educativa non è solo una questione economica e sociale, poiché anche il non interesse dei giovani è una povertà, tra i figli dell’agio. E ha suggerito due pilastri che sono necessari per affrontare la sfida educativa: Sinodo – stare insieme sempre e comunque, perché è nello stare insieme che si misura la propria crescita. Patto educativo – fare alleanza, creare patti che spingano i giovani ad essere responsabili nei confronti di loro stessi e degli altri.

Nelle conclusioni mons. Domenico Battaglia ha ricordato e incoraggiato a vincere la sfida educativa uscendo dalle proprie zone di confort, rinunciando ai propri interessi per immettersi nella dinamica del noi.

“No al monologo dell’io, si all’alfabeto del noi, ad una risposta collettiva”.

La vita online ormai appartiene alla quotidianità̀ di tutti e influisce profondamente su ogni dimensione dell’esistenza, anche quella religiosa. La vita di tutti, specialmente delle nuove generazioni, si svolge sempre più nella dimensione online, sulle piattaforme social e attraverso le chat. Gli ambienti online non sono una simulazione di realtà̀, sono la realtà̀ stessa delle relazioni interpersonali e sociali.

La riuscita giornata di riflessione, di studio e di convivialità vissuta con stile giovanile e che ha visto i giovani studenti veramente protagonisti ha lasciato tante domande e ha aperto su percorsi su nuove prospettive sentendosi chiamati ad essere vigili interpreti del cambiamento che la società contemporanea chiede con urgenza.

Orazio De Vivo

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