Un nuovo sacerdote per la Diocesi. Ordinato don Domenico Petti

Il vescovo Giuseppe ha ordinato presbitero il giovane di Nocera Superiore. «Sii sacerdote dell’obbedienza», gli ha raccomandato mons. Giudice
Il momento dell’imposizione delle mani del Vescovo su don Domenico – Foto di Antonio Padovano Sorrentino

Il presbiterio della Chiesa di Nocera Inferiore – Sarno ha accolto un nuovo sacerdote. Ieri sera, nella Basilica pontificia di Maria SS.ma di Materdomini in Nocera Superiore, il vescovo Giuseppe ha ordinato presbitero don Domenico Petti, originario della parrocchia di Maria SS. di Costantinopoli in Nocera Superiore.

Si è trattato della prima di due ordinazioni presbiterali previste in questo mese. L’altra avrà luogo giovedì prossimo, il 27 aprile, nella Collegiata di San Giovanni Battista in Angri, quando mons. Giuseppe Giudice ordinerà presbitero don Mattia D’Antuono, originario della parrocchia angrese.

A concelebrare insieme al vescovo Giuseppe anche mons. Michele Autuoro, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Napoli, già rettore del Seminario “Ascalesi” del capoluogo partenopeo, dove don Domenico si è formato per sei anni, concludendo gli studi lo scorso luglio.

Riuniti intorno all’altare della Mater Domini oltre quaranta sacerdoti, tra quelli diocesani e quelli giunti dal Seminario partenopeo, guidati dal rettore don Francesco Maria Cerqua, oltre ai religiosi della comunità francescana di Materdomini, che il Vescovo ha ringraziato per l’accoglienza.

Presente nella Basilica di Materdomini anche il sindaco di Nocera Superiore Giovanni Maria Cuofano.

Alla scuola dell’Obbediente

«Siamo chiamati ad obbedire a Dio piuttosto che agli uomini», ha esordito il Vescovo nell’omelia, traendo spunto dalla prima lettura del giorno (At 5,27-33). Mons. Giudice ha invitato il novello sacerdote a porsi «alla scuola dell’Obbediente, che pur essendo figlio imparò l’obbedienza da ciò che patì, sapendo che chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita», riferendosi al Vangelo proclamato durante la Celebrazione (Gv 3,31-36).

«Di quale obbedienza parliamo?» si è chiesto dunque il Vescovo. «Certo non di quella militarista, che non è più virtù e che tante volte va contro la coscienza e la dignità dell’uomo» ha affermato mons. Giudice citando don Lorenzo Milani.

«Alla scuola degli apostoli, resi tali dalla Pasqua e dallo Spirito del Risorto, noi qui celebriamo l’obbedienza della fede – ha spiegato il presule -. Obbedire, da ob audire, vuol dire ascoltare da un altro, aprendo umilmente il cuore e l’orecchio».

«Non è forse l’ascolto la sorgente di ogni vocazione?» è stata la riflessione del Vescovo, che ha quindi proseguito: «Domenico è qui stasera perché un giorno ha ascoltato una voce: “Vieni e seguimi”. Sì, tra le tutte voci che risuonano in noi e intorno a noi ve n’è una semplice come un sospiro e profonda come un dramma, la voce di Cristo, che anche oggi, e oggi più che mai, ripete: “Vieni e seguimi”».

«Ci è chiesta un’obbedienza radicata nella fede – ha aggiunto mons. Giudice -. Chi ascolta nella fede obbedisce e, come Gesù, dona senza misura. La fede e l’amore danno e si danno senza misura. La fede non calcola, non fa i conti e non fa sconti, perché in finem dilexit, li amò sino alla fine».

La Celebrazione, animata dalla corale della Cattedrale di San Prisco, comunità nella quale don Domenico Petti ha esercitato finora il suo ministero diaconale, è stata un vero crescendo di emozioni, con il susseguirsi dei vari riti: la prostrazione dell’ordinando, l’imposizione delle mani del Vescovo e dei concelebranti, la preghiera consacratoria, la vestizione, l’unzione con il Crisma, la consegna del calice e della patena, l’abbraccio di pace con i sacerdoti.

“Fate questo in memoria di me” e “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”

«Nel mistero della Cena, dove la Chiesa nasce nel sacramento dell’Eucaristia e dell’Ordine, Gesù dice ai suoi: “Fate questo in memoria di me” – ha ricordato mons. Giudice -. Stasera te lo ripete, Domenico. E poi, rispondendo a quel dottore della legge che lo aveva messo in difficoltà sul tema del prossimo, e dopo aver raccontato la stupenda e bellissima parabola del Samaritano, così conclude: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”».

«“Fate questo in memoria di me” e “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”: chinarsi sulle specie eucaristiche e chinarsi sul povero abbandonato lungo la strada» è stata dunque la raccomandazione del vescovo Giuseppe al novello sacerdote.

«L’imperativo teologico in Gesù (“Andate”, “Fate”), è sempre preceduto da un indicativo teologico (“Come ho fatto io”) – ha spiegato mons. Giudice -. Poiché lui ha fatto così, siamo invitati a fare come lui. Questa è l’obbedienza dell’amore. Quale grande lezione se vogliamo essere oggi testimoni del Risorto!».

«Tu non guardare quelli che dicono e non fanno, guarda colui che ha fatto e ha detto» ha raccomandato quindi il Vescovo al novello sacerdote, citando sant’Agostino.

Chi è il sacerdote?

«Forse ci possono aiutare – ha proseguito il Vescovo – i diversi termini che utilizziamo per dire il ministero del sacerdozio. Il sacerdote è colui che dà le cose sacre; il presbitero è anziano nella fede; il ministro è un servitore, un aiutante; prete è uomo sacro. Ma la sintesi è unica: chi è il sacerdote, chi è il presbitero, chi è il ministro, chi è il prete? Uomo di Dio e uomo per gli uomini. Figlio di obbedienza, perché solo chi obbedisce realmente sa poi anche comandare correttamente».

Nel concludere la sua riflessione il vescovo Giuseppe ha indicato a don Domenico il luminoso esempio del Servo di Dio don Tonino Bello, a 30 anni esatti dalla morte: «Un uomo di Dio che ci ha insegnato a tenere insieme nel mistero la stola e il grembiule, Dio e l’uomo, la lode e il servizio, l’attenzione al Dio che si è fatto povero e ai poveri di Dio, in una solenne liturgia della fede e della vita» ha detto il Vescovo.

«Ascolta il grido del povero, sii vicino ai cuori spezzati, salva gli spiriti affranti», è stata l’esortazione finale che mons. Giudice ha rivolto a don Domenico rileggendo il salmo responsoriale della liturgia del giorno.

Questa sera il novello sacerdote presiederà per la prima volta l’Eucaristia nella sua parrocchia d’origine. L’appuntamento è alle 19:00 nella chiesa di Maria SS. di Costantinopoli in Nocera Superiore.

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