Un nuovo sacerdote in Diocesi: il Vescovo ha ordinato don Mattia D’Antuono

Ieri sera, nella Collegiata di San Giovanni Battista in Angri, mons. Giudice ha ordinato il giovane originario della parrocchia angrese.
L’imposizione delle mani del vescovo Giuseppe su don Mattia – Foto Parrocchia Santa Maria Maggiore

Don Mattia D’Antuono è sacerdote. Ha avuto luogo ieri sera, nella Collegiata di San Giovanni Battista in Angri, la seconda ordinazione presbiterale prevista in questo mese di aprile in Diocesi, dopo quella di don Domenico Petti, che ha avuto luogo giovedì scorso nella Basilica di Materdomini in Nocera Superiore.

Il vescovo Giuseppe ha ordinato presbitero il giovane diacono originario della parrocchia angrese che attualmente svolge il suo ministero presso la parrocchia di Santa Maria Maggiore in Nocera Superiore.

A concelebrare con il Vescovo anche mons. Michele Autuoro, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Napoli e già rettore del Seminario “Ascalesi” di Capodimonte, dove don Mattia si è formato per sei anni. Presenti in Collegiata oltre cinquanta sacerdoti, tra cui diversi provenienti dal seminario partenopeo, a cominciare dal rettore don Francesco Maria Cerqua.

Ha preso parte alla Celebrazione anche il Primo cittadino della città doriana Cosimo Ferraioli.

L’omelia del vescovo Giuseppe

Nell’omelia mons. Giudice, traendo spunto dalla prima lettura della liturgia del giorno (At 8,26-40), ha detto: «Ogni apostolo, ogni presbitero, ogni evangelista, in ascolto della mozione dello Spirito, deve fare come Filippo: Va’ avanti e accostati a quel carro. Stando accanto, si intreccia un dialogo che ci fa passare dalla non comprensione alla comprensione del testo sacro, e così da compagni di viaggio si può diventare guide, maestri dello Spirito, testimoni del Risorto».

Citando l’Esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi di san Paolo VI, il vescovo Giuseppe ha detto: «L’evangelizzazione nella sua totalità, oltre che nella predicazione di un messaggio, consiste nell’impiantare la Chiesa, la quale non esiste senza questo respiro, che è la vita sacramentale culminante nell’Eucarestia».

Ma ieri ricorreva anche il compleanno di don Mattia. Il vescovo Giuseppe allora gli ha detto: «Mattia, un po’ di anni fa oggi (ieri, ndr) sei nato. È anche il tuo compleanno. E oggi nasci prete. Stasera, per il dono dello Spirito e l’imposizione delle mani del Vescovo, ti poni al servizio di questo respiro, la vita sacramentale culminante nell’Eucaristia. Noi preghiamo che tu lo faccia portando nel cuore l’atteggiamento disarmato e disarmante descritto in un testo di Dietrich Bonhoeffer: “Essere con e per gli altri, in libertà, in gratuità, in gioia, fino al dono della vita, per poi tornare al Padre, consumati”».

«Ogni evangelizzazione – ha proseguito il Vescovo -, se vuole approdare all’annuncio del Risorto, deve partire dal vissuto, dalla vita e non deve temere di toccare le piaghe dell’esistenza: per crucem ad lucem».

«Salire sul carro»

Riferendosi ancora al passo degli Atti degli apostoli proclamato durante la Celebrazione, mons. Giudice ha detto: «L’eunuco è immagine della ricchezza e povertà di ogni uomo, dei suoi sogni e delle sue fragilità, del suo desiderio e della sua incapacità a realizzarlo. Accostarsi, salire sul carro e sedersi accanto a lui è il compito del ministro della Parola che partendo da quel passo della Scrittura annuncia Gesù, Sacramento del Padre, Agnello condotto al macello».

«Per evangelizzare – ha raccomandato dunque il vescovo Giuseppe -, per essere sacerdoti sulle strade del nostro mondo, bisogna prendere spunto dalla vita sul carro di ogni persona, e leggere nel volto del Servo sofferente, l’Umiliato tosato, il lumeggiare della luce pasquale».

«Quante volte la nostra evangelizzazione si interrompe in alcune tappe, e non approda mai alla bellezza del mistero della Chiesa, lasciando la nostra gente in itinerari incompiuti», è stata poi la sincera constatazione del Vescovo, che si è anche domandato: «Forse e perché bypassiamo l’umano, che i nostri sacramenti stanno diventando tappe insignificanti? Forse è il timore di accostarci al carro e salirci, che ci rende estranei, stranieri al nostro tempo, relegando la Chiesa tra gli oggetti e le nostalgie del passato?».

Il modello del Precursore

In una Collegiata gremita di fedeli – tra cui numerosi anche quelli giunti dalla parrocchia di Santa Maria Maggiore in Nocera Superiore, comunità nella quale don Mattia presta attualmente il suo servizio -, il vescovo Giuseppe ha indicato al novello sacerdote il modello da imitare: «Carissimo Mattia – ha detto mons. Giudice -, mentre profumato di crisma inizi la tua avventura presbiterale, in comunione con il Vescovo e il Presbiterio che stasera ti accoglie, non dimenticare di imitare la grande lezione di san Giovanni Battista, il Precursore, che da piccolo ha affascinato la tua vita».

«Nella vita di san Giovanni Battista – ha spiegato il presule -, possiamo cogliere alcuni tratti del profilo del ministero presbiterale: l’amico dello sposo; lampada che arde e risplende; testimone della luce; cosciente che a Lui non sono degno di slegare il laccio del sandalo; disposto a rinnovare quotidianamente la danza dinanzi ad ogni vita nella pancia di una donna, nella plancia di un barcone o di un letto di ospedale; ricordando che se tu diminuisci Lui cresce; con un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi, mangiando cavallette e miele selvatico, cioè con uno stile sobrio».

Don Mattia D’Antuono mentre distribuisce l’Eucaristia – Foto Parrocchia Santa Maria Maggiore

E infine un altro modello presbiterale: sant’Alfonso Maria Fusco.

Il dono della comunità

Prima della benedizione che ha concluso la Celebrazione, mons. Vincenzo Leopoldo, vicario generale della diocesi e parroco della Collegiata angrese, ha espresso gli auguri a don Mattia a nome della parrocchia, presentandogli poi anche il dono della comunità: un calice in argento.

Don Mattia con il vescovo Giuseppe, mons. Michele Autuoro, vescovo ausiliare di Napoli e mons. Vincenzo Leopoldo – Foto Parrocchia Santa Maria Maggiore

Al termine della Celebrazione, il novello sacerdote ha salutato i sacerdoti, i parenti, gli amici e i fedeli nella Pinacoteca del Palazzo Doria, edificio storico di Angri situato a pochi passi dalla Collegiata, venendo inondato dall’affetto del popolo angrese.

Domani sera don Mattia presiederà per la prima volta l’Eucaristia nella sua comunità d’origine. L’appuntamento in Collegiata è alle ore 19:00.

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