Cercasi: medico, commercialista, aiutante cameriere, chef, badante, giardiniere, casa. Le bacheche dei nostri social network, specialmente quelle di Facebook – qui tradisco il mio essere boomer precoce – ci restituiscono una continua ricerca di cose, persone, professionisti, mestieranti e maestri.
Una piazza virtuale divenuta mercato virtuale. Un fenomeno acuito con la pandemia. L’impossibilità di entrare in contatto personale ci ha costretti, nostro malgrado, a cercare aiuto mediati da uno schermo.
Una consuetudine che è diventata un boomerang. Quanti “cercasi” senza risposta e quanti con risposte ambivalenti. In passato questi consigli si chiedevano ai familiari, agli amici, ai colleghi di lavoro. Certo, c’erano anche pubblicazioni dedicate, ma nelle nostre piccole realtà il passaparola rappresentava la spina dorsale di queste comunicazioni.
Con l’approssimarsi della bella stagione aumenteranno anche le richieste di lavoratori stagionali. Nella sola provincia di Salerno si stima manchino oltre 3mila addetti. I messaggi rimbalzano sempre sulla Rete, ma sembrano languire le strutture preposte.
Gli annunci sono social ma senza socialità. Stanno perdendo l’essenza della relazione, specchio di un decadimento, del venir progressivamente meno dei rapporti interpersonali.
Cerchiamo tutto, ma non troviamo nulla. In questo mondo digitale non ritroviamo nemmeno noi stessi. Siamo persi, dispersi. Non abbiamo più un volto, solo una identità digitale che ci fa essere numeri al servizio di un algoritmo.
Potremmo ripartire da qui per rispondere all’urgente e necessaria ricerca di volti, riflessi del Volto.
È la strada che dobbiamo percorrere noi credenti per non essere sitibondi, alla perenne ricerca di qualcosa o di qualcuno che ci disseti. Dobbiamo essere alla Vera ricerca che darà risposta alle nostre tante ricerche. Incontreremo e riconosceremo così l’Altro negli altri.
«Il desiderio di vedere Dio abita il cuore di ogni uomo e di ogni donna. Lasciatevi guardare negli occhi da Gesù, perché cresca in voi il desiderio di vedere la Luce, di gustare lo splendore della Verità», dal Messaggio del papa santo Giovanni Paolo II per la XIX Giornata Mondiale della Gioventù.
Saremo caritatevoli, portatori di risposte di speranza, donatori dell’Altro. Scrive sant’Agostino nel suo commento ai Salmi: «Non ho cercato da te qualche premio che sia all’infuori di te, ma il tuo volto. “Il tuo volto, Signore, ricercherò”. Con perseveranza insisterò in questa ricerca; non cercherò infatti qualcosa di poco conto, ma il tuo volto, o Signore, per amarti gratuitamente, dato che non trovo niente di più prezioso…». E così amare il prossimo.
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