«San Michele Arcangelo dia ali al nostro cammino»: è uno dei passaggi dell’omelia di mons. Giuseppe Giudice alla celebrazione di ieri nella piazza principale di Sala Consilina.
Il Vescovo della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno è ritornato nella sua città natale per la festa in onore del Patrono.
La cittadina del Vallo di Diano si è vestita a festa per celebrare l’Arcangelo. La Santa Messa si è tenuta al termine della discesa della statua di san Michele Arcangelo dal suo santuario.
Andare verso l’alto
Nell’omelia, mons. Giudice ha esortato ad andare verso l’alto: «Qualcuno potrebbe obiettare: “Siamo appena scesi dal monte con San Michele e, ora, dobbiamo risalire?”. Sì, perché pur abitando i primi piani del palazzo, i cortili, i bassifondi delle nostre fragilità, siamo fatti per le vette, le altezze; e risuona sempre in noi il sursum corda, “in alto i nostri cuori” della Messa, anche quando il Signore ci invita a scendere a valle per essere presenti, da discepoli missionari, nei vicoli della vita e della storia».
Il presule ha esortato a salire «umanamente, culturalmente, spiritualmente», solo così «l’orizzonte si allarga, l’intelligenza si apre e si affina, e l’oltre diventa la dimensione quotidiana, ma costitutiva, per accogliere l’Altro e gli altri, ai quali subito riconosciamo il nome nuovo di fratelli e sorelle».
Un cammino non solitario
Un percorso che non è in solitaria: «Noi saliamo, presi per mano dagli angeli, non per avvertire le vertigini che stordiscono, ma per ammirare i panorami che arricchiscono; e poi scendiamo per portare un pezzo di cielo, il brusio degli angeli, nel traffico caotico di tante realtà, mai però venendo meno al sogno intravisto dall’alto: “Vedrai cose più grandi di queste!” (Gv 1,50), dice Gesù a Natanaele».
Un richiamo all’attualità: «Ci accorgiamo, e non lo nascondiamo, che i nostri paesi si spopolano, le nostre comunità sono disertate, le culle sono vuote, tanti giovani partono o sono in attesa; e il terzo uomo, l’indifferente, ormai abita da padrone le nostre realtà».
Agire o stare a guardare?
Il nostro ruolo qual è? «Stiamo a guardare disseppellendo o seppellendo la virtù della speranza? Incontentabili, come bambini capricciosi, seduti sulle panchine della piazza a ricordare o solo a disapprovare? O spronati, sulla scia degli angeli, a vivere il presente come una opportunità, una vocazione, una sfida per una nuova rinascita, sapienti alla scuola della Sapienza, incoraggiati dalla resilienza dei nostri cari?».
Ritorna san Michele Arcangelo che «scende in mezzo a noi e abbiamo bisogno della sua spada, che stamattina riluce al sole della festa, per riprendere non da rinunciatari il cammino della vita; abbiamo bisogno di una flebo di speranza».
Combattere la buona battaglia
I Santi Arcangeli aiutano a «combattere la buona battaglia della fede (cfr 1Tm 6,12) contro tutte le potenze del male, con la certezza che Egli ha vinto il mondo (cfr Gv 16,33); combattere contro questa cultura di morte che, allontanando Dio dall’orizzonte, colpisce l’uomo e fa morire la persona, presa in un vortice di stordimento».
«Oggi è in atto a tutti i livelli uno schiaffo all’umano, una frantumazione dell’essere, una guerra culturale che fa di tutto per dire che la persona è meno di un granello di polvere, mentre le cose acquistano sempre più consistenza e valore; dimenticando che l’uomo è «poco meno degli angeli – poco meno di un dio» (cfr Sal 8,6), ed è ridotto ad oggetto usa e getta, prodotto sempre più fruibile e friabile nei centri commerciali che è diventata la vita», ha continuato.
Aiuto nella lotta spirituale
«I Santi Arcangeli, Michele, Gabriele e Raffaele, in modo diverso ma con la stessa passione, ci invitano a questa lotta spirituale per far trionfare il bene, la civile convivenza, la pace tra le nazioni, per ristabilire la giustizia, senza la quale non c’è pace».
Poi ha chiosato: «Ci è chiesto, alla scuola del principe san Michele, di spolverare e ripassare la grande lezione della speranza, per dare ali al nostro cammino, e sconfiggere tutto ciò che abbiamo innalzato al posto di Dio, il quale sempre amandoci “darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie” (Sal 90,11)».