“Dogman” e “Comandante”, due film “fuoriusciti” dalla Mostra di Venezia da non perdere

Da oggi in sala “Dogman” di Luc Besson, tra i film consigliati nella rubrica cinematografica di Donato D’Elia
Foto di Igor Ovsyannykov da Pixabay

I consigli di questo mese vanno, abbastanza inevitabilmente, a intercettare i primi film “fuoriusciti” dalla Mostra di Venezia 2023 e che sfruttano il gancio promozionale festivaliero. Due produzioni che militavano nel Concorso ufficiale tornate a casa a mani vuote, ma per lo più apprezzate dalla stampa specializzata e dal pubblico convenuto al Lido tra fine agosto e inizio settembre.

Iniziamo da “Dogman” di Luc Besson, in uscita oggi, 12 ottobre, il grande ritorno del regista francese (qualche titolo? “Nikita”,”Léon”, “Il quinto elemento”) sulla scena europea e internazionale.

Il film è una sorta di controcanto al pluripremiato “Joker” di Todd Phillips di qualche anno fa, con un protagonista vessato dalla società e dalla cattiveria umana che trova una maniera originale per “vendicarsi”, mettendosi alla testa di un gruppo di cani randagi che fanno letteralmente quel che vuole.

Nel ruolo di Doug, il protagonista, uno splendente Caleb Landry Jones, autore di una prova dolente e immersiva, vero barometro per la credibilità di un film che sterza pericolosamente, e più volte, verso il fumettone, rimanendo però sempre in bilico e catturando lo spettatore pian piano. Grande colonna sonora con una selezione di successi rock/blues/jazz.

L’1 novembre, invece, è il turno dell’arrivo nelle sale per “Comandante” di Edoardo De Angelis, storia dell’ufficiale di Marina Salvatore Todaro e delle vicissitudini occorse al sommergibile da lui guidato durante la Seconda guerra mondiale. Accorato appello al salvataggio in mare mascherato da film bellico, esce scaglionato per evitare che il pubblico (sembra una battuta, ma è così che è andata) potesse confondersi con “Io capitano” di Garrone, che abbiamo consigliato il mese scorso, dal titolo molto simile e più lesto ad accaparrarsi lo slot settembrino. La vera somiglianza, lo ribadiamo, non è nel titolo ma nell’assunto: in questa storia di naufraghi nemici tirati in salvo riecheggiano assordanti le tragedie del Mediterraneo del nostro tempo.

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