Ancora vibrano in me l’energia delle canzoni del Gen Rosso e la gioia dei presenti al concerto nella chiesa di Santa Maria degli Angeli di Nocera Superiore, lo scorso 8 agosto. Quella musica sembrava danzare tra le navate ricche di opere d’arte e sui bellissimi soffitti affrescati. Allo stesso modo, ritornano le emozioni della serata del 9 agosto quando, nella chiesetta di Santa Maria Materdomini a Fosso Imperatore di Nocera Inferiore, il gruppo musicale voluto da Chiara Lubich ha incontrato, insieme al vescovo mons. Giuseppe Giudice, i ragazzi rientrati dalla GMG di Lisbona.
Sono felice di intrattenermi con Michele Sole, per undici anni voce del Gen Rosso. Occhi negli occhi apriamo i nostri cuori. Michele vive a Loppiano da quando ha conosciuto i giovani del Movimento dei Focolari, incontro che è stato, come lui stesso descrive, sconvolgente e fulminante. «Ricordo quei sorrisi pieni di luce e di calore, i continui “grazie” e “scusa” a cui non ero abituato. Dal primo momento mi sono sentito amato, con loro ho ritrovato quel calore familiare sperimentato da piccolo».
Nato a Nocera Inferiore, la sua infanzia è segnata dalla malattia della mamma alla quale, nel 1990, viene diagnosticato un tumore da curare in Francia. «Costretto a spostarmi tra parenti, non sperimentavo più quel calore familiare e la presenza di mamma e papà che mi aiutassero anche solo nei compiti. Ero chierichetto, crescendo ho cantato e suonato nel coro. Amavo così tanto la musica che, nel periodo adolescenziale, partecipai a varie audizioni per un programma televisivo. Per fortuna non sono stato mai scelto».
Il perché è facile da intuire: «Ero in Toscana da mia sorella per cercare un lavoro attinente ai miei studi e, invece, mi fu proposta una settimana con il Gen Rosso. Mi sembrava un sogno perché conoscevo il complesso e le loro canzoni già da quando frequentavo la parrocchia: immagina la mia gioia!». Se il provino televisivo fosse andato bene, oggi non saremmo qui a parlare dell’esperienza nel Gen Rosso.
La svolta c’è stata durante il musical Streetlight: «Ascoltando la canzone Sei fatto per amare, cominciai a piangere pensando alla mia mamma. Capii il senso e lo scopo della mia vita: ero fatto per amare. Amare tutti senza differenze e senza pretese!».
«Gioie e dolori, angosce ed esaltazioni, tutto fa parte dell’amore di Dio», queste parole di Chiara Lubich l’avevano accompagnato durante le ultime sofferenze e la morte della mamma. «Nel giorno del funerale, ho visto una luce particolare sul suo viso e ho capito che il Paradiso esiste davvero, sentivo che non era un addio!».
Nella sua vita, Michele Sole ha compiuto 40 anni quest’anno, non sono mancate esperienze diverse: «Sono stato anche fidanzato, ma sentivo che Dio mi chiamava a vivere per l’Ut Omnes in un modo diverso. Fondamentale è stato il messaggio di Giovanni Paolo II in preparazione alla GMG 2005 di Colonia (l’appuntamento fu poi presieduto da papa Benedetto XVI, ndr): “Ascoltare Cristo e adorarlo porta a fare scelte coraggiose, a prendere decisioni a volte eroiche. Gesù è esigente… Chiama alcuni a lasciare tutto per seguirlo nella vita sacerdotale o consacrata. Chi avverte quest’invito non abbia paura di rispondergli ‘sì’ e si metta generosamente alla sua sequela”. Ho voluto dire il mio sì! Per me cominciava la divina avventura nel Focolare».
Terminata la formazione, a settembre del 2012 è ritornato a Loppiano per cominciare l’esperienza nel Gen Rosso. Risale a qualche anno prima un episodio “profetico” che lo lega all’amato vescovo mons. Gioacchino Illiano. «Quando ero piccolo, in occasione della dedicazione dell’altare della chiesa nuova a Fosso Imperatore cantai Oltre l’invisibile del Gen Rosso. Al termine della Messa, mons. Illiano volle salutarmi. Ricordo ancora la sua mano sul mio capo mentre mi diceva: “Tu andrai oltre, molto lontano”. A distanza di tempo si è realizzata questa profezia».
Il concerto e l’incontro nocerino sono stati gli ultimi di Michele come componente del Gen Rosso.
Lo ha raccontato lui stesso ai presenti a Fosso Imperatore. «L’avventura divina vissuta in questi anni mi ha dato la grande possibilità di raggiungere tante persone in tutto il mondo per testimoniare, attraverso la musica e il talento che Dio mi ha dato, che Lui è Amore e ci ama immensamente e che soltanto l’Amore resterà alla fine della nostra vita. Ora parto per l’Asia, pronto a servire l’umanità attraverso le comunità dei focolari presenti in quel grande continente».
Maria Teresa Baselice
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