Una famosa canzone portoghese sul Cammino di Santiago dice: “Prendi la mia mano, apri il tuo cuore e passo dopo passo percorriamo la strada di luce e amicizia per giungere a Santiago ove giace la Cattedrale più bella che c’è”.
Per noi è stato davvero così. Siamo partiti il 19 agosto da Napoli, lasciando alle spalle 6 figli, 3 nipotini, casa e certezze per metterci in cammino verso la meta storica per eccellenza dopo Gerusalemme e Roma: Santiago de Compostela, dove è sepolto san Giacomo, apostolo “amico” di Gesù e fratello di san Giovanni.
Secondo la leggenda, intorno all’anno ‘813 un’apparizione di stelle condusse l’eremita Pelagio alla tomba di san Giacomo proprio in questo luogo nel Nord della Spagna. Giacomo era stato in missione in Spagna dopo la morte di Cristo e al ritorno in Palestina fu decapitato dal re Erode.
Si racconta che il corpo del martire fu poi miracolosamente trasportato fino alla Galizia, su una barca guidata dagli angeli. Una prima chiesa fu costruita nel luogo del ritrovamento, un campo stellato (da cui deriva la parola Compostela) e subito la fama dell’apostolo si diffuse in tutto il mondo cristiano diventando ben presto un luogo di pellegrinaggio con vari percorsi da diverse parti d’Europa.
Tra i vari percorsi che portano a Santiago di Compostela abbiamo scelto quello detto “Portoghese”.
Siamo partiti da Tui, la cittadina a confine con la Spagna a 120 km da Santiago, insieme ad un’altra coppia venuta da Londra. Per 6 giorni abbiamo percorso 25 km di cammino e sostato di notte in luoghi bellissimi. Il Vangelo racconta che Maria, dopo l’annuncio dell’Angelo, si mette in viaggio e va dalla cugina Elisabetta per assisterla. Anche noi abbiamo sentito la chiamata ad alzarci e a metterci in cammino verso di Lui, affidandoci alla Provvidenza.
Durante il Cammino abbiamo messo alla prova il fisico. Ma man mano che camminavamo il cuore e l’anima hanno iniziato a respirare la profonda pace che ci veniva donata dalla preghiera fatta insieme: le lodi al mattino e, più tardi, il Rosario, ogni decina dedicata a parenti, amici, alla comunità parrocchiale, ai nostri sacerdoti, ai vedovi, agli anziani, agli ammalati, ai colleghi, agli studenti a scuola… avevamo promesso preghiere prima di partire e abbiamo tenuto fede all’impegno!
Arrivati a Santiago l’emozione è stata forte. Commossi, ci siamo inginocchiati insieme agli altri due amici, con cui abbiamo condiviso l’esperienza, davanti alla maestosa cattedrale immersa nella luce dorata del tramonto. Nella piazza antistante vedevamo tanta gioia nei pellegrini arrivati come noi dopo tanta fatica. Alcuni avevano percorso ben 800 km. Chi zoppicava, chi si appoggiava ad un bastone, chi era ormai senza scarpe per le vesciche ai piedi ma tutti con le lacrime agli occhi e uno sguardo di pace e serenità.
Durante la Messa del Pellegrino, abbiamo “abbracciato” la statua di san Giacomo e ricevuto la “Compostela”, un certificato in latino che attesta i chilometri percorsi e invoca grazie e benedizioni per intercessione del Santo ai pellegrini da tutto il mondo.
Franca e Gino Peluso
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