Speculari alla Diocesi, posizionati alle due estremità, come a stringere in un abbraccio la valle del Sarno e i suoi abitanti. Sono i santuari di Materdomini di Nocera Superiore e Santa Maria dei Bagni di Scafati. Realtà secolari. La prima quasi millenaria, la fondazione risale al 1041, quest’anno celebra il primo centenario di elevazione a Basilica pontificia minore. La seconda è di qualche secolo più tardi, intorno al Quattrocento. Rappresentano il luogo dove incontrare Dio, mediati dalla Vergine Maria.
A custodire questi due scrigni di fede, pietà popolare e arte sono padre Andrea Mazzocchi e mons. Domenico Cinque.
Bagni è anche parrocchia, rappresenta il riferimento di una porzione di Diocesi e attira a sé pellegrini e devoti da tutta la Campania. Materdomini non è parrocchia, è un punto di riferimento a dir poco identitario per le due Nocera, Roccapiemonte e il circondario, la cui storia caratterizzata da grande devozione è un richiamo per tutta la regione.
Nei giorni festivi e in settimana i due santuari mariani sono presi letteralmente d’assalto. Un potenziale da non disperdere. Per i due rettori non bisogna mancare di accoglienza.
«Papa Francesco – sottolinea padre Mazzocchi – ci richiama in continuazione all’accoglienza, affinché il pellegrino riesca a trovare una presenza, una vicinanza da parte di Dio, che magari altrove può non avvertire. Il Santuario è un luogo privilegiato per l’incontro con Dio attraverso la Vergine o il Santo che si venera. A noi il compito di far sperimentare questa vicinanza attraverso l’accoglienza, semplice, ma fatta di prossimità e attenzione ai bisogni spirituali dei pellegrini».
«Cerchiamo di non peccare di mancata accoglienza – rimarca mons Cinque –. Oltre alla cura del luogo, l’accoglienza si deve ritrovare nelle persone che lo animano. Se si trovano persone pronte ad accogliere e ad accompagnare nella preghiera e nell’incontro con il Signore, la gente torna sempre per trovare aiuto nel momento della prova e, una volta superato, per ringraziare e mantenere un rapporto con la Madonna, quasi come se fosse un voto».
Il parroco di Santa Maria dei Bagni aggiunge: «È necessario garantire l’accoglienza di cui hanno bisogno le persone. Quando bussano alla porta della sagrestia ti rendi conto che hanno bisogno di parlare, di comunicare il loro male, la croce che stanno portando, affinché venga condivisa».
Ad attrarre fedeli e devoti a Bagni è anche la fonte miracolosa: «Un punto di riferimento per coloro che vivono la sofferenza del corpo e dello spirito. Una realtà che ci fa essere ospedale da campo. I fedeli depositano ai piedi della Madonna le loro sofferenze, i loro dolori, ma soprattutto la speranza affinché attraverso la sua intercessione possano avere conforto, aiuto e magari la grazia», dice mons. Cinque. Ci sono dei momenti specifici: il sabato mattina la Messa alla fonte miracolosa e il terzo sabato del mese la preghiera speciale per e con gli ammalati.
Forte è la richiesta dei sacramenti, in particolare della Confessione.
Lo sottolinea padre Mazzocchi: «Vuoi perché c’è sempre la presenza di un confessore, sia per il clima di accoglienza che si crea. Si viene in Santuario per pregare e poi non c’è luogo migliore per incontrare il Signore se non nella Riconciliazione».
Parole che rispecchiano quelle di mons. Cinque: «Quando si conclude la giornata ringrazio Dio perché nei sacramenti mi ha fatto incontrare l’altro. Non solo doniamo, ma soprattutto riceviamo, specialmente durante le Confessioni. La fiducia e l’affetto delle persone ti fa avvertire la responsabilità nel consigliare e accompagnare, ma è anche grazia di Dio che ti conferma nella scelta vocazionale».
Sono richiesti anche gli altri sacramenti: «In virtù della devozione personale, per legami di storia familiare o per un voto. Questo accade spesso per i Battesimi», evidenzia padre Mazzocchi. Un episodio speciale, legato ai piccoli, ha caratterizzato il primo anno di custodia di Materdomini da parte del frate minore francescano. «Tante persone sono venute dalla Materdomini per le grazie legate alla vita nascente: coppie che non potevano avere figli o per bambini nati in gravi condizioni. In particolare, c’era una bambina data per spacciata in seguito ad un parto molto complicato. È stata anche ricoverata a Roma. Se fosse sopravvissuta, dicevano i medici, avrebbe sicuramente avuto dei problemi. Le nonne hanno dato vita ad una gara di preghiera con al centro la nostra Mamma celeste. La piccola è stata dimessa sana, salva e soprattutto senza complicazioni. Sono aspetti che ti riempiono il cuore».
Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato.
- Don Alberto Ravagnani: giovani e santità, «la Chiesa sia esempio di comunità»
- Cosa succede subito dopo la morte? Il giudizio particolare
- Ordine francescano secolare: due professioni perpetue a Madonna dei Bagni
- Povertà educativa e povertà ereditata: le emergenze del Dossier 2024
- Un pomeriggio di gioia e creatività in parrocchia