Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale, celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto
Per riflettere e mai dimenticare che sono successe atrocità indicibili causate dalla follia umana, non limitata solo agli ebrei, diventati emblema di genocidio, ma a tutti i tipi di Olocausto, deportazione e crudeltà verso il genere umano, verso un altro uomo, donna o bambino, anziano e fragile.
Molti romanzi sono stati scritti e pubblicati proprio per raccontare ai posteri qualcosa di indescrivibile; storie di donne coraggiose, madri e padri separati dai loro figli; anziani calpestati e uccisi perchè inutili; intere famiglie costrette a vivere orrori e violenze senza fine.
Per non dimenticare, mai.
I libri definiti “classici” che raccontano i rastrellamenti, le deportazioni e la vita nei campi di concentramento, sono sicuramente Se questo è un uomo di Primo Levi, sopravvissuto al campo di Monowitz, che racconta in prima persona la vita e l’annientamento subito; pagine di una crudeltà indefinibile che rimangono impresse nel cuore e negli occhi. Lo stesso autore non è riuscito, una volta libero, a sopravvivere alla vita stessa, ormai troppo deturpata dalla barbaria.
Fred Huhlman scrive L’amico ritrovato, un famosissimo romanzo che narra l’amicizia tra due bambini, un tedesco e un ebreo, quando esplode il nazismo e tutto si stravolge; il destino cambia le vite dei due ragazzi, in un racconto intenso di amicizia.
Ci sono poi due diari: Il diario di Anna Frank e quello di Etty Illesum; la prima scrive da Amsterdam, in lingua olandese, nascosta in una soffitta, da cui poi verrà deportata ad Auschwitz dove morirà di tifo. I suoi scritti furono trovati nel rifugio olandese e consegnati al padre che li pubblicò. Dal diario sono stati tratti anche due lungometraggi e due film animati, inoltre l’UNESCO lo ha inserito nell’Elenco delle Memorie del mondo.
Etty Illesum, invece, era una ragazza olandese, laureata in giurisprudenza, dattilografa ed insegnante di russo, amante della vita, sorridente, combattiva che cercò di resistere alla barbaria nazista scrivendo della sua vita e delle sue giornate, senza mai perdere la speranza e l’ottimismo. Fu deportata ad Auschwitz e morì nel 1943.
Irene Nemirovsky era una scrittrice francese di origine ebraica, che ha lasciato moltissimi romanzi, il più famoso è Suite francese. La sua famiglia era già scappata dal regime comunista russo, si era stabilita in Francia dove Irene visse una vita agiata, scrisse i suoi primi romanzi, sposò un ingegnere ed ebbe due bambine. Fu deportata nel 1942 ad Auschwitz e morì dopo un mese. Il suo grande romanzo incompiuto è stato riconosciuto e apprezzato postumo, come tutti gli altri suoi scritti che raccontano la società del tempo, sull’orlo della guerra.
Ronald H. Balson, avvocato di Chicago, racconta l’olocausto attraverso una storia ambientata in Polonia nel 1939, Volevo solo averti accanto, con la voce del suo protagonista Ben Solomon, scampato al genocidio nazista, che con grande lucidità affronta i fantasmi del passato dando vita ad un romanzo avvincente ed intenso; una testimonianza vivida di un sopravvissuto.
Il libro Storia di una ladra di libri di Marcus Zusak, racconta di una bambina di nove anni Liesel che vive ai tempi del nazismo e che impara a leggere e a conoscere la follia nazista attraverso gli occhi di un bambino nascosto, di cui diventerà grande amica. Una storia commovente ed ottimistica, da cui è stato tratto anche un film.
Rosella Postorino pubblica una storia particolare Le Assaggiatrici, romanzo ispirato alla vera vita di Margot Wolk, storica assaggiatrice di Hitler nella caserma di Krausendorf; il Führer era ossessionato dalla paura di essere avvelenato; quindi, il suo cibo veniva prima assaggiato. È una storia drammatica ma molto appassionata, che coinvolge il lettore in una spirale di sentimenti e riflessioni molto intensi.
Molti libri raccontano queste drammatiche pagine di una storia che deve rimanere impressa e vivida nella memoria collettiva; molte storie sono esperienze vere e traumatiche, incapaci di comprensione e molti scrittori delle stesse non sono sopravvissuti ai campi di concentramento. Ma le loro opere rimangono nei secoli e nel cuore dei lettori, rendendoli immortali e valorizzando sempre le loro vite così bruscamente interrotte.
Per riflettere e mai dimenticare che ogni crudeltà, violenza, genocidio di razza, genere, sesso, religione mai può essere tollerata.
Fare memoria significa conservare quelle vite spezzate e strappate, quelle anime valorose che nulla hanno potuto contro la barbaria umana; ci hanno regalato pagine cruente ma intense, affinché possiamo conoscere la verità come monito per le generazioni che verranno.
Per non dimenticare…
“Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore…
Ripetetele ai vostri figli” (Primo Levi)
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