«La prima vocazione del cristiano è alla fraternità». Questo il messaggio centrale lanciato dal vescovo Giuseppe nella catechesi vocazionale tenuta lo scorso venerdì nella Cappella Santi Luigi e Zelia Martin presso la Cittadella “don Enrico Smaldone” in Angri.
La catechesi si inserisce nell’itinerario vocazionale pensato per l’anno pastorale 2023/2024 dal Centro Diocesano Vocazioni, guidato da mons. Carmine Citarella, in sinergia con il Servizio diocesano per la pastorale giovanile.
I precedenti appuntamenti si sono svolti, con cadenza mensile, nelle varie foranie della diocesi.
Ad ottobre, la veglia di preghiera nella parrocchia di San Giacomo Maggiore Apostolo in San Valentino Torio; a novembre, la catechesi del Vescovo nella parrocchia di San Michele Arcangelo in Nocera Superiore; a gennaio, la veglia di preghiera presso la parrocchia di San Giovanni Battista in Nocera Inferiore.
Il prossimo appuntamento, che chiuderà l’itinerario, è in programma per sabato 27 aprile nella Basilica di Sant’Alfonso in Pagani, con l’ultima veglia di preghiera.
Oggetto della catechesi è stata la figura di Giuseppe d’Egitto, narrata e sviluppata nei capitoli 37-50 del libro della Genesi. Tre i passaggi fondamentali affrontati dal Vescovo con i giovani e gli altri fedeli della forania di Angri che hanno partecipato alla catechesi: non rinunciare ai sogni; il sogno passa attraverso le difficoltà; l’esperienza di Giuseppe è l’esperienza di Gesù.
«Tutti abbiamo fame di fraternità, tutti abbiamo nostalgia dell’altro – ha detto mons. Giudice -. Tutti dobbiamo riscoprire la vocazione alla fraternità, così come quella alla paternità, perché il sogno di Dio è che tutti gli uomini siano fratelli». E oggi ci occorre anche imparare «una pedagogia per ritornare amici, fratelli dopo che abbiamo litigato».
Un concetto applicato dal Vescovo anche all’ambito pastorale, alle comunità religiose e alle famiglie: «La nostra vocazione è andare a cercare i fratelli, a cominciare da quelli che si sono allontanati dalle nostre comunità, ben sapendo che la fraternità si può rompere in un attimo, mentre per ricostruirla ci vuole tutto un cammino».
E nel concludere la sua riflessione, riprendendo il tema del sogno, mons. Giudice ha affermato: «Si rimane giovani se si continua sempre a sognare».
La catechesi, che è stata animata dalla corale dei giovani della Fraternità di Emmaus, si è conclusa con la consegna da parte del Vescovo di un segno a tutti i presenti: una calamita a forma di nuvola con una citazione tratta dalla vicenda biblica di Giuseppe.
Al termine della serata, don Domenico Petti ha voluto ricordare il percorso della pastorale giovanile diocesana, che culminerà nella notte tra il 13 e il 14 agosto prossimi, quando i giovani della diocesi si recheranno in pellegrinaggio al Santuario di Materdomini in Nocera Superiore.
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