L’aula multisensoriale nasce come ambiente progettato per il benessere psicofisico dei bambini con disabilità neuro-psico-motoria a scuola, prodotto dalla stimolazione dei 5 sensi in maniera controllata.
La teoria sulla quale si basa la progettazione della stanza va sotto il nome di Metodo Snoezelen, volto a sviluppare la percezione e le relazioni interpersonali in pazienti con disabilità intellettive. Tale metodo nasce verso la fine degli anni 70 da due terapisti olandesi. La loro idea era quella di ricreare degli ambienti dove i pazienti con disturbi mentali potessero essere stimolati attraverso luci, suoni, colori, sapori e manipolazioni, al fine di creare suggestioni attraenti che ne incrementino la percezione.
Il termine Snoezelen nasce dalla combinazione di due parole, “snuffeln” (esplorare) e “doezelen” (rilassarsi). I pazienti con disabilità, infatti, poiché tendono a vivere in un mondo tutto loro, all’interno di questi ambienti vengono spinti ad esplorare e ad entrare maggiormente in contatto con il mondo circostante. Ogni componente d’arredo ha il preciso scopo di stimolare uno dei 5 sensi, aiutare il paziente a prenderne coscienza e generare un diffuso senso di benessere e calma.
L’aula multisensoriale è una evoluzione della cosiddetta tenda sensoriale che nasce già nel 1978 e in genere presenta: angolo soffice con cuscini e fieno (giocattoli nascosti che emettono diversi suoni), effetti luminosi, reparto suono con altoparlanti, reparto odori, oggetti tattili, grandi vasche con sabbia e ghiaia.
L’aula multisensoriale, con arredamenti e giochi che la rendono ideale per i bambini autistici e con disabilità intellettive, già largamente estesa in molti ospedali, centri di riabilitazione e scuole del Nord Europa, sta iniziando a diffondersi anche in Italia e in ogni parte del mondo per i suoi effetti benefici.
Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato.
- Battistero di Santa Maria Maggiore: protocollo per la valorizzazione congiunta
- Lettera di Natale 2024: domani la presentazione a Orta Loreto
- Scuole cadenti
- Chiamati ad organizzare la speranza
- Lino Barbieri testimonial del Progetto Famiglia Cooperazione