Ci siamo. Il concorso a cattedre per gli insegnanti di religione cattolica è sempre più vicino. Nei giorni scorsi, infatti, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara – informa una nota del Ministero – “ha firmato due bandi che disciplinano le procedure ordinarie per il reclutamento di insegnanti di religione cattolica (IRC) nella scuola dell’infanzia e primaria e nella scuola secondaria.
Si tratta di 1.928 posti, ripartiti tra le due procedure: 927 posti per la scuola dell’infanzia e della primaria e 1.001 posti per la scuola secondaria di primo e secondo grado. A questi si aggiungono altri 4.500 posti destinati alle procedure straordinarie, bandite contestualmente dal Ministero, così ripartiti: 2.164 posti per la scuola dell’infanzia e della primaria e 2.336 posti per la scuola secondaria di primo e secondo grado. Le assunzioni, complessivamente, saranno quindi 6.428”.
La notizia era attesa da tempo, dopo che, nel gennaio scorso, era stata firmata una precisa Intesa tra Miur e Chiesa cattolica, frutto – lo ricorda il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana – “di un percorso di collaborazione costante e fruttuosa” tra Ministero e Cei.
Un percorso che dura da anni e che mirava tra l’altro a concretizzare la necessità di un concorso per gli Idr dopo il primo e unico avvenuto nel 2004, in seguito all’istituzione dei ruoli. Concorso che, nelle dichiarazioni di allora, avrebbe dovuto essere seguito da altri con tempistiche ravvicinate e periodiche.
Cosa significa il concorso per gli Idr?
Anzitutto un giusto riconoscimento della loro professionalità e del pieno inserimento nel contesto della scuola di tutti. Il loro ruolo giuridico rappresenta il coronamento di un percorso ricco di intensi dibattiti e approfondimenti che ha attraversato in particolare la metà del secolo scorso, fino alla nuova definizione dell’insegnamento della religione cattolica (Irc) avvenuto con la revisione concordataria del 1984. Un percorso che ha visto riconoscere l’Irc come inserito a tutti gli effetti nel curricolo che porta al raggiungimento delle finalità della scuola pubblica, come succede per le altre materie.
Il ministro Valditara lo ha ribadito al momento della firma dei bandi, parlando dell’Irc come di “una disciplina importante per la crescita degli studenti” e sottolineando come, “grazie a docenti competenti e motivati, avremo maggiori occasioni di approfondimento della nostra storia ma anche di confronto sui principi che rappresentano le radici della nostra civiltà”. Gli ha fatto eco ancora il cardinale Zuppi, che ha immediatamente espresso la soddisfazione e l’apprezzamento della Chiesa italiana per il passaggio importante, insieme agli auguri sinceri per i docenti interessati alle procedure concorsuali.
“La firma dei bandi – ha dichiarato – non è solo un atto formale ma rappresenta una volta di più il riconoscimento del valore degli insegnanti di religione nelle scuole del Paese, nell’ottica del dialogo e dell’approfondimento culturale”.
Siamo dunque a un passaggio decisivo, importante certo per migliaia di docenti e più ancora per la scuola tutta, a sottolineare stabilità e stimolare la costante ricerca di un sempre migliore insegnamento, rivolto alla crescita degli allievi. Insegnamento che tra l’altro negli anni ha mostrato di essere costantemente apprezzato, come testimoniano i dati degli alunni avvalentisi, ancora la gran maggioranza di quanti frequentano le aule del Paese.
Alberto Campoleoni
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