Sarà presentato sabato 13 luglio presso la Casa Madre delle Suore Serve di Maria Addolarata in via Portaromana a Nocera Superiore il volume Un roveto di carità che arde da 150 anni, curato da suor Agnese Pignataro ed edito da Insieme.
Alle ore 17:30 è in programma la S. Messa, che sarà presieduta da don Domenico D’Ambrosi, cui seguirà la presentazione del volume. Relatrici della serata saranno la dott.ssa Maria Antonietta Iannelli, già direttrice della Soprintendenza per i Beni archeologici della Provincia di Salerno, e madre Maria Zingaro, priora generale della congregazione fondata da madre Maria Consiglia Addatis nel 1872. Previste anche le testimonianze di alcune bambine che hanno vissuto nell’istituto di Nocera Superiore.
La scelta della data non è casuale: il 13 luglio, infatti, ricorrerà il 152° anniversario della nascita della congregazione. Era il 13 luglio 1872 quando madre Maria Consiglia dello Spirito Santo, al secolo Emilia Pasqualina Addatis, spinta dalla carità e sostenuta dal vescovo della diocesi di Nocera de’ Pagani mons. Raffaele Ammirante, raggiunse con tre compagne il villaggio di Casolla in Nocera Inferiore e diede vita al primo nucleo della congregazione dedicandosi all’accoglienza delle orfanelle.
La prefazione curata da madre Maria Zingaro
«Il 13 luglio 2022 a Casa Madre, nell’Eucaristia presieduta da S. Ecc.za mons. Giuseppe Giudice – ha ricordato madre Maria Zingaro nella prefazione al volume – abbiamo ringraziato il Signore per le grandi cose che ha fatto in noi e, nel gesto di incoronare la Vergine Addolorata, abbiamo rinnovato il nostro impegno di Serve di Maria di prendere Maria come Madre e Regina dei nostri cuori».
«Con il gesto dell’incoronazione – è l’augurio della priora generale -, vogliamo rinnovare il nostro impegno di servizio che nasce da un cuore che si sente amato e che impara, come Maria, a declinare nella propria vita il decalogo del Dio appassionato per l’umanità (Lc 1,38ss)».
«Care sorelle – esorta ancora madre Zingaro -, riprendiamo il nostro cammino, coscienti delle nostre povertà, ma rese amate dalla misericordia di Dio».
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