Giovani di Azione Cattolica: la responsabilità che ti cambia la vita

Il campo nazionale del settore Giovani e del Movimento Studenti di Azione Cattolica (MSAC) si è tenuto dall’1 al 4 agosto a Castellammare di Stabia

Si è concluso con grande emozione il campo nazionale del settore Giovani e del Movimento Studenti di Azione Cattolica (MSAC), tenutosi dall’1 al 4 agosto a Castellammare di Stabia.

L’evento, che ha visto la partecipazione di giovani provenienti da tutta Italia, ha avuto come tema centrale “Fatta a mano – La responsabilità che manca, che salva, che cambia la vita”, un argomento che ha ispirato riflessioni profonde e incontri significativi.

Il campo si è aperto il primo agosto con le introduzioni da parte dei vicepresidenti nazionali Emanuela Gitto e Lorenzo Zardi.

Subito dopo, il momento di preghiera guidato da don Mario Diana ha centrato l’attenzione sul concetto di responsabilità, spiegando come questa debba essere donata e condivisa, e come acquisisca pieno significato solo se vissuta con lo sguardo rivolto verso il cielo.

Un invito a riflettere sul senso profondo della nostra azione quotidiana e sulla dimensione spirituale che la sostiene.

Un incontro speciale: don Luigi Verdi

Il secondo giorno è stato dedicato al deserto: simbolo di introspezione e di ricerca di senso. Il pomeriggio ha visto uno dei momenti più emozionanti dell’intero campo: l’incontro esperienziale con don Luigi Verdi, fondatore e responsabile della Fraternità di Romena.

Don Verdi ha condiviso con i giovani la sua visione della fragilità come opportunità di bellezza, dimostrando, attraverso la creazione di opere d’arte con materiali di scarto, come le nostre debolezze possano essere trasformate nelle nostre risorse più preziose.

Il suo messaggio ha risuonato profondamente: il vuoto non è un ostacolo, ma uno spazio fertile dove può germogliare la creatività.

Notarstefano: «Noi vogliamo vivere insieme agli altri»

La delegazione diocesana con il presidente Notarstefano

Il terzo giorno ci siamo recati a Villa Fernandes a Portici, un luogo simbolico, confiscato alla camorra e trasformato in un centro di riscatto e bellezza attraverso progetti dedicati ai giovani e alle persone in difficoltà.

Questo sito ha rappresentato una potente testimonianza di come dalla fragilità possa sorgere la bellezza e la speranza di un futuro migliore.

Nel pomeriggio, il presidente nazionale dell’Azione Cattolica, Giuseppe Notarstefano, ha salutato i partecipanti presentando gli orientamenti formativi.

Una frase che mi è rimasta impressa del suo intervento è stata: «Noi vogliamo vivere insieme agli altri, per questo aderiamo all’AC». Un richiamo all’importanza della comunità e dell’impegno condiviso.

La serata di sabato è stata caratterizzata da momenti di fraternità e gioia, con la delegazione regionale che ha organizzato una serie di attività tradizionali: posteggia musicale, stand di prodotti locali e una coinvolgente tombolata.ù

Questo è stato un vero momento di aggregazione, in cui le diverse realtà regionali si sono unite in un clima di festa e condivisione.

L’ultima giornata è iniziata con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Francesco Alfano, che ha offerto una riflessione sulle «domande sbagliate» che spesso noi cristiani ci poniamo e sui pericoli della logica del «fare» fine a sé stessa

Le sue parole hanno invitato i partecipanti a riflettere su come il senso della nostra azione debba sempre essere radicato in un discernimento profondo e orientato al bene comune.

Una responsabilità autentica

Il campo si è chiuso con le conclusioni dei vicepresidenti, lasciando nei nostri cuori un senso di gratitudine e una rinnovata consapevolezza della responsabilità che ognuno di noi ha verso gli altri e verso il mondo.

Ho conosciuto persone straordinarie che mi hanno donato tanto. Era come se ci conoscessimo da sempre. Ci siamo accolti senza paura o pregiudizio, perché l’Azione Cattolica sa fare questo: mettere insieme tanti giovani, tutti rivolti con uno sguardo solo, quello in alto, verso il Signore.

L’esperienza vissuta a Castellammare di Stabia rimarrà nel cuore di tutti coloro che hanno partecipato, come un richiamo a vivere una responsabilità autentica, capace di trasformare le vite e di costruire un futuro migliore.

Gerardo Seggiola
Vice Giovani di AC diocesano

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