Mino Pecorelli era «una penna da fermare», lo dice anche il modo in cui è stato ucciso. Quattro colpi di pistola, di cui uno in bocca, per zittirlo definitivamente.
Un segnale inequivocabile quello dato dai killer, o dal killer, in azione in via Orazio a Roma il 20 marzo 1979.
Raffaella Fanelli, giornalista di razza, nel libro “La strage continua” approfondisce la figura del fondatore di OP (Osservatore Politico), gli aspetti legati al suo assassinio e quelli successivi alle inchieste sull’omicidio.
Un caso di cronaca giudiziaria, politica e giornalistica che resta tuttora irrisolto. Nel 2019, proprio grazie agli approfondimenti di Fanelli, la Procura di Roma ha riaperto il caso.
Raffaella Fanelli ne ha parlato mercoledì sera a Nocera Inferiore, nel corso del primo appuntamento di “Pagine Nuove”, iniziativa promossa dal giornale Insieme e dal Museo diocesano San Prisco.
Un appuntamento che ha visto la collaborazione con l’associazione Luna Nova di Angri. A moderare è stata Maria Paola Iovino, mentre ad introdurre i lavori è stato Giuseppe Palmisciano, direttore della Biblioteca diocesana.
fanelli ha anche risposto alle domande degli studenti del Liceo scientifico “Nicola Sensale” di Nocera Inferiore.
La Biblioteca diocesana ha accolto la prima presentazione della seconda edizione della rassegna letteraria, che quest’anno approfondirà autori e libri su giornalisti e giornalismo.
Le parole di Fanelli
«Ho conosciuto Mino Pecorelli attraverso i ricordi di Rosita, la sorella di Mino, e di Andrea e Stefano, i due figli del giornalista», ha detto Fanelli.
La cronista ha parlato anche del possibile movente alla base dell’omicidio Pecorelli: «Il movente non è in quelle pagine pubblicate su OP, ma in quello che lui avrebbe potuto pubblicare. In quella copertina lasciata in quel cruscotto della sua macchina. Mino Pecorelli stava indagando sulle stragi, l’ho scoperto leggendo nei verbali del 1979 le parole dei suoi colleghi, dei suoi collaboratori».
Forse stava per rivelare i preparativi di qualche altra strage nera, che poi ha funestato l’Italia.
Mino Pecorelli, editore e direttore dell’agenzia di stampa OP, poi divenuto un mensile e infine un settimanale, è una figura chiave nel panorama giornalistico e politico dell’Italia degli anni ‘70, un periodo segnato da trame oscure, conflitti politici e scandali.
La sua morte rimane uno dei misteri più intricati della cronaca nera italiana.
Il libro
Nel libro “La strage continua” emerge un quadro ancora più complesso della vita e delle indagini sulla morte di Pecorelli. Fanelli riesamina gli eventi e le testimonianze con uno sguardo attento, offrendo nuove prospettive sulle possibili connessioni tra il giornalista e i poteri occulti che all’epoca dominavano la scena politica e istituzionale italiana.
“La strage continua” non si limita a una ricostruzione storica, ma cerca di far luce sulle dinamiche che hanno permesso la perpetuazione di una “strage” non solo fisica, ma anche istituzionale e morale, in un’Italia attraversata da omicidi eccellenti e scandali politici mai del tutto chiariti.
Raffaella Fanelli, attraverso un’inchiesta meticolosa e dettagliata, invita il lettore a riflettere sul ruolo della verità e della giustizia in un paese dove i misteri sembrano non avere mai fine.
- Don Alberto Ravagnani: giovani e santità, «la Chiesa sia esempio di comunità»
- Cosa succede subito dopo la morte? Il giudizio particolare
- Ordine francescano secolare: due professioni perpetue a Madonna dei Bagni
- Povertà educativa e povertà ereditata: le emergenze del Dossier 2024
- Un pomeriggio di gioia e creatività in parrocchia