Riccardo Bonacina è morto ieri, a 70 anni, nella sua Milano, dopo una lunga carriera giornalistica. È stato un pioniere della comunicazione sociale, voce del terzo settore. Nel 2009 fu ospite della Diocesi. Fu insignito del Premio Euanghelion per aver fondato il settimanale Vita.
La cerimonia si svolse il 30 marzo nell’aula magna del liceo scientifico “Nicola Sensale” di Nocera Inferiore, all’epoca diretto dal preside Aurelio Cuoco. A dargli il benvenuto fu il vescovo monsignor Gioacchino Illiano.
Per ricordare la sua figura, riportiamo l’articolo pubblicato sul numero di aprile 2009 del mensile Insieme. In quell’occasione tenne una importante lezione di giornalismo, rimasta nel cuore e nella mente dei presenti.
In questo modo vogliamo esprimere il nostro cordoglio per la scomparsa di un vero maestro. Un sentimento che gli è stato tributato da tutto il mondo della comunicazione italiana e non solo.
Un abbraccio dalla nostra redazione va alla moglie Nicoletta e ai figli Paolo, Lucia, Maria e Francesca.
I funerali si terranno domani, venerdì 13 dicembre, alle ore 11 nella basilica di Sant’Eustorgio a Milano.
L’articolo pubblicato nel 2009 in occasione della partecipazione di Riccardo Bonacina al Premio Euanghelion
Riscoprire la bellezza del rapporto diretto tra giornalista e lettore, tra intervistato ed intervistatore, per avvalorare il significato di comunicazione quale mezzo per promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia.
È questo ciò che è emerso durante la cerimonia di consegna del “Premio Euanghelion” assegnato dalla diocesi di Nocera- Sarno e dalla rivista Insieme ai testimoni della “Buona notizia”.
Una serata animata dalla presenza di decine di giovani studenti del liceo scientifico “Nicola Sensale” di Nocera Inferiore che, grazie alla disponibilità del dirigente Aurelio Cuoco, ha accolto degnamente la quarta edizione di un premio che il vescovo monsignor Gioacchino Illiano ha definito «prestigioso».
Nel presentare Riccardo Bonacina, don Silvio Longobardi, direttore editoriale di Insieme ha detto: «Abbiamo tra di noi un testimone, che ha scelto di dare voce al sociale. È grazie a queste persone che noi possiamo ancora dire che la vita è bella».
Il presidente di “Vita non profit” ha parlato ai ragazzi del suo lavoro e delle scelte che ha fatto per portare avanti la sua idea di giornalismo al servizio della verità.
«Oggi, purtroppo, i media, così come sono organizzati, fanno di tutto per portarci via dalla realtà. Raccontare è presupporre di raccontare l’altro, invece nei tg vi sbattono in faccia al massimo una ventina di notizie. Chi lavora per la carta stampata, al massimo deve chiamare un’agenda di quaranta persone. Insomma, l’unica parte della vita che è contenuta nei giornali sono i tamburini dei cinema, gli orari delle farmacie, i numeri di telefono dei vigili. Tutto quanto riguarda la nostra vita non c’è. Il pubblico è considerato una platea indifferenziata di deficienti che ogni tanto è chiamata a votare con il televoto». Ha aggiunto: «Io invece penso che per raccontare la realtà bisogna andare a vedere, ad incontrarla».
Ha poi invitato i giovani a riscoprire il dialogo: «Non c’è racconto se non c’è dialogo. Bisogna incontrare la realtà, saperla ascoltare e restituirla il più possibile agli altri». Una bacchettata poi per i reality show: «Sono una specie di laboratorio con topolini in forma umana, ma cosa c’entra con la realtà umana?».
A concludere i lavori è stato il vescovo diocesano, monsignor Gioacchino Illiano: «Annunziare il Vangelo, la Buona Notizia, è un dovere per ogni credente! Vedo nel dottore Bonacina un perfetto predicatore, che racconta quello che vede».
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