«Tu scendi dalle stelle: il canto che fa il Natale» (padre Alfonso Amarante CSsR); «Natale senza Tu scendi dalle stelle, non è Natale» (Giuseppe Verdi). Sono alcune illustri definizioni della nenia pastorale conosciuta e cantata in tutto il mondo.
Questo canto, al di là del valore letterario e teologico, ha anche una sua simpatica storia legata alla sua origine.
Innanzitutto, incuriosisce sapere il luogo in cui sarebbe stata composta. Più cittadine oggi si contendono questo onore: Nola, l’avellinese, Terlizzi?
Per quanto riguarda Nola, abbiamo la testimonianza del padre Celestino Berruti, che ne descrive il fatto nella sua pubblicazione Lo spirito di sant’Alfonso Maria de Liguori. L’avellinese mi è stata riferita di recente da un devoto di quella terra che indicava il luogo dove si conserva lo scritto – autografo? – del santo. Terlizzi? Lo sostenne qualche tempo fa lo studioso Gaetano Valente.
Ma andiamo alla simpatica storia, cui ho fatto riferimento sopra, come è raccontata dal Berruti. «Però curioso deve dirsi il conoscimento soprannaturale, che ebbe in missione rapporto ad un sotterfugio di don Michele Zambadelli, presso cui abitava coi compagni. Il santo compose colà la sua canzone sul bambin Gesù, che incomincia: Tu scendi dalle stelle. Don Michele lo pregò, appena l’ebbe terminata, che gliela facesse copiare. Ma egli si negò dicendo, che non poteva permettergli ciò, finché non si fosse stampata».
Per quanto riguarda la poesia, è da notare la varietà metrica della strofa: alternanza di endecasillabi con ottonari e un quinario per offrire più spazio all’intonazione musicale.
Per quanto attiene alla melodia, va sottolineato che Alfonso, esperto compositore, per rispetto al popolo per il quale scrive, attinge la melodia essenziale da una sua melopea i cui elementi fondamentali erano già noti nel Cinquecento a Palestrina e agli zampognari del medioevo, come sosteneva Benedetto Croce, e gliela restituisce sublimata.
Per ciò che riguarda l’aspetto teologico, occorre evidenziare almeno questi due fondamentali elementi: l’amore e la croce. L’amore: Gesù discende dal cielo per redimere l’umanità dal peccato e lo fa per amore. «E quanto ti costò l’avermi amato!».
La croce: la redenzione avviene attraverso la morte in croce del Figlio di Dio. «Deh mio bello e puro agnello, / a che pensi dimmi tu, / o amore immenso! / A morir per te rispondi io penso».
Nascita, amore e morte, ecco gli elementi fondamentali della dottrina cristiana presenti nel più noto canto del Natale sgorgato dal cuore e dalla mente del «più napoletano dei santi, e più santo dei napoletani»: sant’Alfonso Maria de Liguori, il cantore del Natale!
Padre Paolo Saturno
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