«Sono di Bergamo: mio figlio ha 14 anni, un motorino d’epoca appartenuto al nonno, e vorrebbe restaurarlo». «Vivo a Taranto e il mio sogno è volare in mongolfiera sopra la Reggia di Caserta». «Le scrivo da Reggio Calabria: mio figlio ha 7 anni e il suo più grande desiderio è dormire in una casa sull’albero». Non sono letterine a Babbo Natale ma le ultime tre richieste arrivate allo “Sportello dei Sogni”, un’organizzazione di volontariato nata a Salerno e attiva su tutto il territorio nazionale.
La missione dello Sportello è esaudire il “desiderio del cuore” di malati oncologici dai 3 ai 99 anni, con uno scopo terapeutico: i sogni sono uno strumento ludico-ricreativo capace di generare energia positiva durante il percorso di cura e mantenere saldo il legame con la vita.
L’idea è venuta a Fiorangela Giugliano durante il periodo del Covid, quando tutti eravamo a corto di speranza. Per realizzarla, ha coinvolto sette amici di lunga data, «quelli che non potevano dirmi di no – racconta. E aggiunge – Realizzare i sogni degli altri è terapeutico anche per me. Se sono ancora qui, se sono guarita e sono viva, probabilmente è per far felice qualcuno». A 22 anni, mentre studiava Economia e giocava a pallavolo in serie B, si è ammalata di leucemia e ha dovuto affrontare la partita più importante della sua vita. Era il 1995 e Fiorangela era appena tornata da un lungo periodo di lavoro all’estero.
«Mi sentivo molto stanca e avevo un grosso livido sulla gamba – ricorda –. Pensai a un colpo preso durante qualche partita». La mamma Lucia, preoccupata per le sue condizioni, la portò dal medico. Fiorangela aveva i valori del sangue alterati e fu ricoverata d’urgenza nel reparto di Ematologia dell’Umberto I di Roma. «Senza capire cosa stesse accadendo – aggiunge – preparai in pochi minuti uno zaino, salutai i miei amici dicendo loro che sarei tornata presto: andavo in gita nella Capitale per alcune indagini sul mio stato di salute». Non li avrebbe rivisti per un anno.
Dopo un ago aspirato, infatti, arrivò la terribile diagnosi: leucemia mieloide acuta. «Mia madre fu la prima a saperlo, ma non ebbe il coraggio di dirmelo. Era disperata. Toccò ai medici spiegarmi la situazione: mi parlarono di una malattia che, in quel momento, stava cercando di strapparmi alla mia vita quotidiana. Per vincere, mi dissero, avrei dovuto affrontare la chemioterapia, una terapia difficile, con tanti effetti collaterali, tra cui la perdita dei miei lunghissimi capelli».
I medici – tra cui Agostino Tafuri, il primo a visitarla, e il compianto professor Franco Mandelli – promisero alla sua famiglia che avrebbero fatto il possibile per salvarla. «Lei crede in Dio?», chiese Mandelli a sua madre. Poi aggiunse: «Allora inizi anche a pregare».
Chiedo a Fiorangela di raccontarmi a cosa si è aggrappata durante quei lunghi mesi. «Speravo di uscire, di riavere presto i miei capelli, sognavo il mio ritorno in campo e progettavo un viaggio in Egitto – dice –. Pensare al futuro e a tutte le cose che avrei voluto fare è stato un modo per attaccarmi alla vita». È stato un anno infernale, trascorso in un letto di ospedale, ma pieno anche di ricordi bellissimi: «Non dimenticherò mai il sostegno dei miei amici. Sotto la finestra dell’ospedale, cantavano buon compleanno sventolando striscioni con la scritta: La vera campionessa viene fuori nelle partite più importanti. Dimostriamolo insieme, noi ci siamo».
Per una strana coincidenza, nello stesso periodo si ammalarono tre giovani sportivi di Salerno. Andrea Fortunato, promettente terzino italiano, indossava la maglia della Juventus quando venne a mancare a soli 23 anni, il 25 aprile 1995, per leucemia. In ospedale, Fiorangela incontrò un altro atleta salernitano, Marco Tulimieri, appassionato di hockey. Lottavano contro la stessa malattia. «Era al piano sopra al mio», ricorda Fiorangela. Marco perse la sua battaglia. Fiorangela, invece, dopo aver terminato la chemioterapia, si sottopose all’autotrapianto di midollo osseo e vinse la sua partita. «Da allora, il 15 aprile è divenuto il mio secondo compleanno».
Da quel giorno, la ragazza nata due volte ha ripreso a vivere come un treno in corsa: è tornata a giocare a pallavolo, ha concluso gli studi in Economia e, per restituire qualcosa di quello che ha ricevuto nell’anno più duro della sua vita, è diventata volontaria AIL ed è tra i fondatori della sezione di Salerno, dedicata proprio a Marco Tulimieri. L’associazione raccoglie fondi per potenziare i centri di ematologia degli ospedali “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno e “Andrea Tortora” di Pagani, garantendo ai pazienti la vicinanza a un polo ematologico specializzato.
L’ultimo tassello di questo desiderio di sostenere la ricerca scientifica e di essere accanto a chi sta combattendo la propria battaglia è lo Sportello dei Sogni. «Proverò a realizzare i sogni di tutti quelli che ci scrivono per sostenere i pazienti in questa lotta complicata, perché attraverso il sogno vorrei che non perdessero mai la speranza. I sogni aiutano la mente a reagire, perché le emozioni positive durante la malattia generano benefici. Io ne sono testimone».
Sono oltre 100 i sogni realizzati finora, insieme agli “acchiappasogni”. «Chi mi segnala un sogno ne diventa parte», spiega. E aggiunge: «Gran parte del lavoro passa attraverso le psicologhe dei reparti ospedalieri, come accade al Pascale di Napoli, con cui lo Sportello ha stipulato una convenzione».
Prima di salutarci, Fiorangela mi regala il kit dei sogni. Dentro la scatola che viene donata ai pazienti, ci sono una bacchetta magica a forma di stellina, un dépliant sull’associazione e la federa di un cuscino per “sognare il proprio sogno” e chiedere allo Sportello di realizzarlo.
Tante le azioni possibili per sostenere l’associazione, contribuendo così a realizzare una delle richieste che ogni giorno arrivano allo Sportello da tutta Italia. Come è accaduto a un uomo di 70 anni, che ha potuto finalmente guidare un tir, o a una bimba di 5 anni, che ha visitato un castello vestita da principessa.
Come sostenere Lo Sportello dei Sogni
- Diventa “Volontario Acchiappasogni”
Segnala un sogno da realizzare a favore di un paziente, ne diventerai il tutor.
- Diventa Sostenitore Acchiappasogni
Se sei un’azienda o un privato, adotta la formula più idonea per sostenere lo Sportello nella realizzazione dei sogni
- Acquista sul sito il “Kit dei Sogni”
Un regalo diretto ai pazienti per colorare la stanza di degenza e provare a sognare!
Per ulteriori informazioni scrivi a info@losportellodeisogni.it e visita il sito www.losportellodeisogni.it