Civiltà della Speranza: l’inno diocesano per il Giubileo 2025

Il testo è stato scritto dal Vescovo Giuseppe, mentre la musica è stata composta dal noto compositore mons. Valentino Miserachs Grau.
Civiltà della Speranza inno diocesano
Il maestro Pietro Russo dirige la corale polifonica San Biagio

In occasione dell’Anno Santo della speranza, nella nostra Diocesi nasce un nuovo inno che possa unire nella lode tutta la Chiesa diocesana: “Civiltà della speranza”. Così come avvenuto per il logo, viene proposto anche un Inno diocesano per questo Giubileo, un Inno che certamente non vuole sostituire quello ufficiale, cantato in tutto il mondo, ma che vuole essere un’espressione distintiva della nostra Diocesi di Nocera-Sarno.

“Civiltà della speranza” è il titolo del nostro Inno diocesano, il cui testo è stato scritto da Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Giudice, mentre la musica è stata composta dal noto compositore mons. Valentino Miserachs Grau.

“Lo Spirito Santo ci anima, la speranza non può deluderci: l’amore riempie i nostri cuori, andiamo, Pellegrini di Speranza!”

Queste sono le parole del ritornello, parole che richiamano una Chiesa animata dallo Spirito Santo, una Chiesa carica di speranza con i cuori ricolmi dell’amore di Dio, sentimenti che ci donano la forza e il coraggio di metterci in cammino come pellegrini per le strade del mondo.

L’Inno è formato da ben sette strofe, quindi si rende adatto per accompagnare la processione d’ingresso di una celebrazione Solenne, oppure volendo può accompagnare qualsiasi tipo di processione, come può essere adatto anche per iniziare un momento di preghiera.

Nelle strofe il nostro Vescovo utilizza frequentemente l’avverbio ancora e l’aggettivo ancorati, richiamando pienamente il segno dell’ancora, un segno solenne e di grande importanza nel simbolismo cristiano. Basti pensare la famosa iscrizione nella catacomba di Domitilla, in cui viene raffigurata l’ancora a forma di croce con aggrappati due pesci, un simbolo che appresenta chiaramente i cristiani aggrappati alla speranza della croce di Cristo, proprio come diceva san Giustino nel II secolo, ” la nostra speranza è appesa a Cristo Crocifisso”.

Dal punto di vista musicale, mons. Miserachs ha dato un piglio solenne al brano, l’indicazione agogica iniziale dice: “andante maestoso”. L’andate che richiama appunto il cammino di speranza, il maestoso indica invece il senso di grandezza, l’incedere solenne del pellegrino che con grande fede attraversa la porta santa, quella porta che gli spalanca il cammino verso Cristo.

La tonalità scelta è quella di Fa maggiore, la stessa tonalità che Beethoven scelse per la sua Sinfonia detta pastorale. Questa tonalità suggerisce un senso di gioia nell’affrontare tutti insieme il cammino, un cammino nuovo, ricco di speranza. La melodia, molto semplice, quasi a richiamare il pellegrino che con tanta semplicità, senza troppi fronzoli, inizia a camminare, con tanta umiltà ma soprattutto con tanta fede. Una melodia semplice e allo stesso tempo orecchiabile, alla portata di tutti, proprio come dev’essere un inno, tutti devono avere la possibilità di cantarlo.

Dopo il ritornello si passa alle strofe, ogni strofa è preceduta da una piccola introduzione utilizzata come ponte modulante, proprio perché nelle strofe mons. Miserachs ha scelto di modulare nella tonalità di Re minore, la relativa minore di Fa. Le strofe eseguite in tono minore, quasi ad evidenziare anche la fatica di questo nostro cammino che poi, come accade nella vita, prosegue ritornando al modo maggiore; infatti, quando in ogni strofa è utilizzato l’aggettivo ancorati si passa alla tonalità di Do maggiore, indicando la forza che ci fa restare ancorati a Cristo, ritrovando poi la gioia.

L’Inno viene concluso da un finale molto imponente da eseguirsi in modo maestoso e solenne, richiamando fino alla fine l’indicazione agogica iniziale.

L’Inno è stato eseguito per la prima volta dal Coro polifonico “San Biagio” di San Marzano sul Sarno diretto dal Mº Pietro Russo durante il Concerto di Natale del 28 dicembre scorso, in presenza del Vescovo Giuseppe e del compositore, mons. Valentino Miserachs Grau.

Mº Pietro Russo

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