Parliamo di Maturità. L’Esame di Stato è da sempre un punto fermo per gli studenti della secondaria. Lo si aspetta il più delle volte con ansia, perché certifica la fine del percorso delle scuole superiori, aprendo in qualche modo al mondo, all’Università, al lavoro. Sostanzialmente sancisce il termine di un’età maggiormente protetta e l’avvio di una navigazione in mare aperto.
L’ansia riguarda naturalmente gli studenti, ma anche i genitori (talvolta molto di più i secondi dei primi). Per certi versi riguarda anche l’istituzione scolastica, che non di rado mette mano alle regole dell’Esame di Stato, generalmente ad ogni avvicendarsi di ministro, quasi fosse una cartina di tornasole per misurare i cambiamenti in atto o in prospettiva del mondo scolastico.
Sono diverse le tappe di avvicinamento al D-Day della Maturità. Una importante si è appena compiuta, con l’emissione, da parte di Viale Trastevere, della tradizionale ordinanza che definisce le modalità di svolgimento dell’esame. Uscita con brivido, perché alcune parti dell’ordinanza sarebbero state fraintese, con la diffusione di quelle che lo stesso ministro Valditara ha definito “fake news”, destituendole di qualsiasi fondamento con una Nota ufficiale.
Si era infatti parlato di una presunta “marcia indietro” sui requisiti per partecipare all’esame di Stato precisando che sarebbero potuti essere ammessi anche gli studenti con un’insufficienza in una materia. In realtà Valditara ha precisato che per quanto riguarda le votazioni disciplinari non cambia nulla rispetto al passato e che la non ammissione all’esame è vincolata all’insufficienza nel solo voto di comportamento. La condotta, insomma.
La precisazione ministeriale sottolinea la validità delle “vecchie” norme, per cui “soltanto in caso di votazione inferiore a sei decimi in una disciplina o in un gruppo di discipline, il consiglio di classe possa deliberare, con adeguata motivazione, l’ammissione all’esame conclusivo del secondo ciclo”.
Dunque: con un’insufficienza sul profitto i consigli di classe possono ammettere il candidato all’Esame di Stato mentre il 5 in condotta resta invalicabile e non permetterà di sostenere la Maturità.
Col 6 in comportamento, la sufficienza “risicata”, si dovrà invece portare una tesina su educazione civica.
Restano poi gli altri requisiti già “testati” in passato: frequenza per almeno tre quarti del monte ore annuale personalizzato; partecipazione, durante l’ultimo anno di corso, alle prove Invalsi; svolgimento dei Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento: in buona sostanza la “vecchia” alternanza scuola-lavoro) secondo quanto previsto dall’indirizzo di studio nel secondo biennio e nell’ultimo anno di corso (licei, istituti tecnici e professionali hanno infatti prescrizioni differenti riguardo il monte ore da dedicare a questi percorsi); votazione non inferiore ai sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l’attribuzione di un unico voto secondo l’ordinamento vigente e, come già visto, un voto di comportamento non inferiore a sei decimi.
Il rigore sulla condotta conferma la strada intrapresa per rinforzare i temi del rispetto e del corretto atteggiamento a scuola.
Così anche l’elaborato – per chi è appena sufficiente – da dedicare al tema della “cittadinanza attiva e solidale”. L’argomento verrà deciso dal Consiglio di classe durante lo scrutinio finale e successivamente comunicato allo studente, che dovrà preparare la tesina e discuterla poi al momento dell’esame orale.
Alberto Campoleoni
Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato.
- Venerdì Santo, a Nocera Superiore ritorna la processione dei Misteri
- Aprile al cinema con film francesi
- La Pasqua dei cristiani
- Il cammino per l’esame di maturità
- PUACS, a San Gerardo Maiella una giornata giubilare dedicata agli ammalati