Un grembiule ed un asciugamani particolari sono stati utilizzati durante la Messa in Coena Domini nelle parrocchie della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno.
Il vescovo monsignor Giuseppe Giudice ha inviato a tutte le comunità un corredo con il ricamo dell’agnello pasquale e quello dei loghi del Giubileo della Speranza.
Un’opera artigianale realizzata dalle monache di Santa Chiara.
Sul coordinato è ricamata anche la scritta «Signore, tu lavi i piedi a me», tratta dal Vangelo di Giovanni.
Nelle ultime settimane, le sarte clarisse hanno avuto modo di cucire e ricamare – sia a mano che a macchina – i grembiuli e gli asciugamani.
Ma il laboratorio solidale di Santa Chiara a Nocera Inferiore produce tantissimi oggetti pittorici, in pelle o in tessuto, sia per uso liturgico che personale.
Il set di grembiule e asciugamani è stato utilizzato ieri sera, nel corso della Messa in Coena Domini, in tutte le comunità parrocchiali.
La lavanda della Speranza in Cattedrale
Un segno di maggiore e più intensa unità nel giorno in cui si fa memoria dell’istituzione dell’Eucarestia e del Sacerdozio.
Nell’omelia pronunciata nella Cattedrale di San Prisco, dove il Vescovo presiede il triduo pasquale, monsignor Giudice ha ricordato: «Oggi ricordiamo la prima cena della nuova comunità che è la Chiesa. Attraverso questa cena entriamo nei tre giorni del triduo pasquale, che è la Pasqua celebrata in tre giorni. È un percorso che dobbiamo fare per comprendere il mistero del Signore. Non si può celebrare la Pasqua se siamo in disordine internamente o in guerra con il vicino. Non si può celebrare l’Eucaristia con la guerra nel cuore».
Il pastore ha ricordato: «Ancora oggi la famiglia diventa il luogo della Pasqua. Quando la famiglia è radunata nell’amore è come se avesse gli stipiti delle porte segnate dal sangue dell’agnello e il male va oltre».
Ieri sera in Cattedrale, monsignor Giudice ha lavato i piedi ai rappresentanti di alcuni dei segni di speranza indicati nella bolla di induzione del Giubileo: giovani, anziani, bambini, malati, migranti, famiglie che si apprestano ad accogliere una nuova vita.
Gli stessi segni sono richiamati nell’altare della Reposizione allestito nella congrega del Santissimo Rosario.
In mattinata, invece, durante la Messa Crismale, definendo il Giovedì Santo il «dies natalis del sacerdozio», il Vescovo aveva detto: «La speranza, per noi credenti, non è solo la seconda virtù teologale, un pio desiderio, un anelito, la piccola sorella indisciplinata, ma è una Persona, il Cristo, il Figlio di Dio, il Risorto, Vivente e sempre Veniente».
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